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Brogli in Dalmazia: un voto costa 100 euro (Il Piccolo 20 mag)

FIUME Appena calato il sipario sul primo turno delle elezioni amministrative e in vista del voto di ballottaggio che avrà luogo fra poco meno di due settimane, da un po’ tutte le regioni della Croazia cominciano a trapelare «sussurri», ma in alcuni casi anche accuse circostanziate, su più o meno pesanti violazioni della Legge elettorale. Le denunce di irregolarità o anomalie, di pressioni indebite sugli elettori, di voti comprati (70-100 euro per scheda ripresa col cellulare) e financo di inammissibili «imbeccate» da parte delle autorità ecclesiastiche viene dall’associazione non governativa Gong, che ha controllato lo svolgersi delle operazioni di voto con circa 700 osservatori volontari, suddivisi in una cinquantina di team itineranti, distribuiti su tutto il territorio. Come fanno notare i rappresentanti della Gong, anche se irregolarità possono essere addebitate a un po’ tutti i candidati e ai rispettivi partiti politici, è tuttavia contro l’Accadizeta (Hdz) del premier Sanader che si punta l’indice per le violazioni più gravi.

Per quanto concerne l’area costiera, le denunce più pesanti riguardano soprattutto le località minori o i seggi periferici dell’entroterra dalmata: in particolare nelle regioni di Spalato, Ragusa (Dubrovnik) e Sebenico. In quest’ultima regione (circoscrizione di Puntadura-Vir), stando a segnalazioni anonime pervenute alla Gong il voto pilotato, e «fotografato», sarebbe stato pagato sulle 400 kune o più (ossia dai 55 euro in su). Sempre nella stessa zona, un imprenditore locale in corsa per la poltrona di sindaco avrebbe apertamente minacciato di licenziamento in tronco i dipendenti che non avessero votato per lui. Sulle isole di Pasman e Ugliano (Ugljan), nella regione di Zara, uno «sceriffo» locale – candidato del partito al potere – si sarebbe avvalso della logistica di un’impresa municipalizzata per propagandare se stesso. Più o meno lo stesso – è sempre la Gomg a segnalarlo – sarebbe avvenuto nei dintorni di Sebenico, dove nella campagna preelettorale sarebbe stata impiegata anche una squadra del corpo dei Vigili del fuoco. Sempre nella stessa città dalmata, l’amministrazione uscente (Hdz) avrebbe ingaggiato pure una «squadraccia» di attivisti o militanti per andare in giro a strappare i manifesti della più temibile parte avversa. A Ragusa l’intervista al sindaco uscente (Hdz) – che andrà al turno di ballottaggio come secondo classificato – pubblicata il giorno prima dell’appuntamento elettorale su un quotidiano locale sarebbe stata pagata dai fondi del bilancio cittadino. Per non dire poi dei tanti tentativi di intimidazione degli elettori all’ingresso dei seggi da parte dei predetti volonterosi militanti o dei «suggerimenti» spediti agli elettori via Sms per telefonino. Stando alle denunce della Gong, in alcuni casi le irregolarità riscontrate potrebbero configurarsi come veri e propri reati. (f.r.)

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