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Brescia Oggi – 080208 – Quando il lago accolse i profughi

Anche il Garda ha ospitato nel dopo guerra i profughi istriani, dalmati e
fiumani perseguitati da Tito. Furono esattamente tre i centri di raccolta
allestiti in quel tragico periodo per accogliere i superstiti delle foibe:
nel Santa Corona di Fasano, nell'hotel Bogliaco e nella caserma di Villa di
Gargnano.
Lo ha rivelato ieri mattina nel corso della presentazione delle celebrazioni
indette dal Comune di Desenzano per la Giornata del Ricordo, il consigliere
nazionale dell'associazione «Venezia Giulia e Dalmazia», Luciano Rubessi,
aggiungendo poi che «la provincia di Brescia si è contraddistinta in quel
periodo tragico per aver saputo organizzare prontamente i campi di raccolta
delle migliaia di profughi in fuga dagli orrori delle bande di Tito».
Sempre Rubessi, ha ricordato un episodio curioso accaduto a Bogliaco quando
i profughi, fra cui c'era anche lui bambino, notarono il parroco del paese
armato di fucile, chiedendosi cosa potesse fare un sacerdote con un'arma a
tracolla. Fu lo stesso prete, un po' guascone come il don Camillo di
Giovannino Guareschi, a spiegare a cosa servisse: «a uccidere le pantegane»,
i topi, che allora erano tanti.
Tornando al ciclo di manifestazioni a Desenzano, l'assessore Emanuele
Giustacchini ha ricordato che saranno quattro gli eventi clou. Domenica alle
16 il concerto del quartetto d'archi «Paganini» all'auditorium Celesti con
ingresso gratuito, quindi alle 18.30 la conferenza per la «Giornata del
Ricordo» a palazzo del Turismo con relatori Rubessi, Nidia Cernecca e Gigi
D'Agostini. Infine, lunedì 18 alle 11 l'inaugurazione nella Galleria Civica
della mostra di fotografie e documenti, a cura di Cernecca e D'Agostini,
aperta fino a sabato 23 dalle 15.30 alle 19.30 (il mattino riservato alle
scuole). E alle 18.30 la presentazione del libro di Cernecca «Foibe: io
accuso» sempre al palazzo del Turismo. M.T.

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