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arcipelagoadriatico.it – 190108 – Due volumi sulla distruzione di Zara

ROVIGNO – Ancora oggi, a distanza di oltre sessant’anni, non è possibile comprendere appieno la ragione ed i motivi di ordine militare che indussero gli Alleati a distruggere con 54 bombardamenti la città di Zara, un obiettivo di poco più di un chilometro quadrato, sul quale sganciarono non meno di 584 tonnellate di bombe. Difatti, Zara non era una base di rifornimento per le divisioni tedesche che operavano nell’interno della Jugoslavia. La città non era collegata con alcuna ferrovia. Il suo porto era più che altro turistico. Sulle sue banchine non potevano attraccare più di due piroscafi alla volta e di stazza non superiore alle 2.500 tonnellate. Eppure venne distrutta. E insieme con i muri vennero giù i mattoni della cultura italiana, presente da secoli sulla sponda dell’Adriatico orientale.
“… Vennero dal Cielo. Zara distrutta 1943-1944” di Oddone Talpo e Sergio Brcic (Tipolitografia Foto Lampo, Campobasso 2006, pp. 268, testo italiano/inglese/croato) è uno dei due volumi che di cui si discuterà lunedì prossimo nella sede del Centro di Ricerche storiche di Rovigno (ore 17.30). La presentazione è stata organizzata in collaborazione da Unione Italiana, Università Popolare di Trieste, Società Dalmata di Storia Patria di Venezia e CRS. L’altro volume di cui si parlerà sono “Le memorie” di don Giovanni Eleuterio Lovrovich. I due libri verranno illustrati da Franco Luxardo, sindaco del Libero Comune di Zara e dei Dalmati del Mondo, e dallo scrittore dalmata Sergio Brcic.
Sono pubblicazioni, come sottolineato da Ottavio Missoni nell’introduzione a “…Vennero dal Cielo”, per il cui tramite gli esuli zaratini hanno voluto ricordare ai propri figli, come pure agli abitanti della Zara di oggi e agli storici del futuro le origini e gli effetti delle terribili distruzioni del ’43-’44. Il numero dei morti sotto i bombardamenti di Zara non è determinabile. Il primo bombardamento del 2 novembre 1943 causò circa 200 vittime ed altrettante il secondo del 28 novembre. Imprecisato, ma elevato il numero di feriti. Dopo il secondo bombardamento la popolazione abbandonò la città rifugiandosi nelle campagne, nei paesi vicini. Gli uffici anagrafici cessarono di funzionare, all’Ospedale Provinciale i morti non vennero più registrati. Le salme quando possibile venivano sepolte in fosse comuni. Il Capo della provincia, Vincenzo Serrentino, dopo il terzo bombardamento (16 dicembre 1943) poteva riferire soltanto in via di larga approssimazione che i morti sarebbero stati una sessantina. Tenendo presente che i 54 bombardamenti durarono fino al 31 ottobre del 1944, pensando a quanti sono scomparsi in mare proiettati dalle esplosioni, a quelli che morirono nelle località intorno a Zara, alle imbarcazioni mitragliate, a quelle affondate, a quelli che fuggendo dal rogo della città vennero dilaniati dagli spezzonamenti, si può ragionevolmente ritenere che i morti si siano aggirati sulle 2.000 persone.
L’incontro di lunedì ha come obiettivo anche quello di diffondere la memoria di questa pagina di storia, affinché serva per ricordare a tutti che le guerre sono sempre inutili. Il libro di Oddone Talpo e Sergio Brcic, giunto alla seconda edizione, è stato notevolmente ampliato nel testo e nelle foto. È un lavoro ritenuto un contributo indispensabile a illuminare l’opinione pubblica sulle ragioni della distruzione di Zara durante la Seconda Guerra Mondiale. (eb – da La Voce del Popolo)

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