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Anvgd, impronte: no discriminazioni, sì precauzioni (Aise 07 lug)

TRIESTE\ aise\ – "Gli Esuli istriani sono i primi a contrastare ogni discriminazione su base etnica. Ma non si sollevino polemiche inutili su precauzioni che si possono rivelare necessarie". Questa la posizione espressa oggi dal presidente dell’associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, Lucio Toth, in riferimento alla proposta del Ministro degli Interni Roberto Maroni, fatta nei giorni scorsi alla commissione Affari Costituzionali della Camera, di avviare un "censimento" dei bambini presenti nei campi rom mediante impronte digitali, un provvedimento, ha dichiarato il ministro per "offrire ulteriore garanzie agli indifesi" che servirà "a garantire a chi ha il diritto di restare nei campi, di farlo in condizioni dignitose".
"Nel dopoguerra, quando più intenso era il flusso dell’esodo italiano dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia", racconta Toth riportando l’esperienza vissuta dagli esuli istriani, "e le baracche dei campi profughi rigurgitavano di famiglie ammucchiate, una circolare del Ministro dell’Interno Mario Scelba ordinò il rilevamento delle impronte digitali di tutti gli Esuli, che per conservare la cittadinanza italiana avevano abbandonato la terra natale. Si temevano", prosegue, "da un lato, infiltrazioni di agenti segreti di Tito camuffati da profughi, e dall’altro la formazione di movimenti eversivi, che potevano strumentalizzare la rabbia e la sofferenza degli istriani".
Infine, conclude il presidente dell’associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia "ci sottoponemmo a quella ordinanza di Scelba; vecchi, donne, ragazzi, vescovi e monache, per patriottismo e senso di disciplina, che costituiscono la nostra fierezza di cittadini obbedienti alle leggi della Patria". (aise)

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