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Allargamento UE, Lubiana punta a fermare i lavoratori croati – 03giu13

Cari amici croati, bravi e benvenuti nell’Ue. Sì, benvenuti. Non fatevi però neppure venire in mente – almeno per un paio d’anni – di fare le valigie, attraversare il confine a Bregana, a Pasjak o a Rupa per venire liberamente a lavorare in Slovenia. Sarà questo, salvo sorprese, l’augurio-ordine che la Slovenia rivolgerà il primo luglio ai croati appena diventati cittadini Ue a tutti gli effetti. Cittadini che potrebbero non poter accedere liberamente al mercato del lavoro di Lubiana, senza richiedere un apposito permesso.

La Slovenia sta infatti alacremente lavorando a una legge che renda efficace il “regime transitorio” previsto dal trattato di adesione di Zagabria nell’Ue, che prevede la possibilità di introdurre restrizioni all’accesso al mercato del lavoro sloveno per i croati. «La misura temporanea» dovrebbe «entrare in vigore» proprio dal 1° luglio e rimanere valida «fino al 30 giugno 2015», secondo la bozza di legge preparata dal ministero del Lavoro di Lubiana.

Questa legge, se adottata dal governo e approvata dal Parlamento, obbligherà per due anni la Slovenia «a trattare i cittadini croati», nell’accesso all’impiego in Slovenia, «come cittadini di Stati non membri» dell’Unione, spiega l’agenzia di stampa “Sta”. Un modo per arginare un’assai improbabile “invasione” di croati, affamati di lavoro e diretti in Slovenia. E per «proteggere un mercato del lavoro», quello di Lubiana, le cui condizioni «potrebbero deteriorarsi» ulteriormente. Come potrebbe deteriorarsi anche il fronte della spesa pubblica, da rimettere sotto controllo anche con tagli alle pensioni, ha annunciato ieri il ministro delle Finanze sloveno, Uros Cufer.

Ma non tutti sembrano convinti che sbarrare le porte del mercato del lavoro sloveno sia una buona idea. Prima di muoversi bisogna capire se la mossa «non faccia più male che bene», ha detto nei giorni scorsi il ministro degli Esteri sloveno, Karl Erjavec, che ha specificato che per ora solo i Paesi Bassi hanno ufficialmente imposto restrizioni simili nei confronti di Zagabria. Le orme di Amsterdam saranno presto ufficialmente calcate però anche da Berlino, Londra, Vienna, e forse appunto Lubiana, dove nel consiglio dei ministri della settimana prossima la legge di “blocco” dovrebbe essere adottata e poi passata all’esame del Parlamento per una rapida approvazione.

Altri stati membri non vedono invece alcun pericolo nell’aprire le frontiere ai cittadini di Zagabria in cerca d’impiego. Ultimo in ordine cronologico, l’Irlanda, che ha assicurato che non sceglierà la via del “regime transitorio” dato che vari studi segnalano «la bassa propensione» dei croati «a emigrare» in cerca di lavoro. Dublino è così entrata nel club dei membri Ue meno preoccupati per “un’invasione” da Zagabria. Un club ristretto, formato per ora da Cechia, Slovacchia, Danimarca, Finlandia, Estonia e Lituania.

s.g. / “Il Piccolo”31 maggio 2013

 

 

 

Il ministro degli Esteri sloveno, Karl Erjavec (foto www.sloveniatimes.com)

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