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Al festival del film di Roma il massacro di Srebrenica (Il Piccolo 23 ott)

ROMA L'orrore dei corpi putrefatti, delle fosse comuni, dei massacri di massa e dei riconoscimenti dei familiari delle vittime. Niente è risparmiato in questo film italo-polacco-francese di Giacomo Battiato «Resolution819» che passa in concorso alla terza edizione del Festival del film di Roma che ha alzato il sipario ieri con ospite d’onore Sl Pacino: «Sono tre anni che lavoro al muo nuovo film, ”Salomè”. Quando sarà pronto vorrei portarlo qui».

Insomma, un vero pugno nello stomaco questo lungometraggio dedicato alla vittime di Srebrenica; 8000 bosniaci mussulmani eliminati in quattro giorni del luglio 1995 da parte delle truppe serbo-bosniache guidate dal generale Ratko Mladic.

La Risoluzione delle Nazioni Unite cui rimanda il titolo è quella presa dal Consiglio di Sicurezza dell'Onu per accertare e condannare i crimini contro l'umanità perpetrati durante la guerra nei Balcani all'indomani dell'indipendenza della Bosnia Herzegovina. Con questo mandato l'Alta Corte di Giustizia de L'Aja inviò un volontario a Srebrenica, il poliziotto francese Jacques Calvez (nel film interpretato da Benoit Magimel), per trovare le prove del genocidio. Sei lunghi anni di ricerche con un team internazionale per scoprire che era tutto vero. Tutto materiale che portò lo stesso Calvez a istruire il processo che oggi vede imputati Karadzic e Mladic.

 

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