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Addio a Gastone Coen, cronista della Dalmazia d’un tempo (Voce del Popolo 23 mag)

Lo avevamo incontrato alla fine di settembre dello scorso anno, e nulla faceva intuire che sarebbe stata anche l’ultima volta. Si era presentato ai nostri occhi come un signore anziano, ma con la battuta pronta, e soprattutto emozionatissimo in occasione del ventennale della Comunità degli Italiani di Zara e di fronte alle buone notizie sulla realizzazione di un sogno cullato da sempre, quello dell’asilo italiano. A entrambi i progetti il professor Gastone Coen, scomparso all’età di 82 anni, che l’antico capoluogo dalmata piange e accompagna oggi alle 14 all’ultima dimora, aveva creduto fin dal primo momento. Ci aveva messo l’anima, lui che nei suoi tanti, validi scritti, questo erudito fra i pochi rimasti di lingua italiana in Dalmazia, ha esplorato e documentato i tanti tasselli del mosaico culturale della sua terra.

 

Coen era apprezzato da tutti per la sua profonda conoscenza della materia, alla quale si era approcciato con piglio scientifico e passione. I suoi saggi, i suoi libri hanno un pregio unico, perché in essi si sposano felicemente ricerca sulle fonti, stile colloquiale condito di espressioni, ricordi popolari che rendono viva e palpitante la materia. Dai caffé e osterie della vecchia Dalmazia, ai Maraschino, alle scuole italiane in Dalmazia ai tempi dell’Austria, alla massoneria in Dalmazia, al periodo napoleonico e al rivoluzionario 1848 in Dalmazia, ai teatri, ai letterati che la regione ha dato… non c’è argomento che lo studioso non abbia affrontato.

 

Con il tempo diventerà uno zaratino doc, anche se era nato nella città di Diocleziano, il 12 dicembre 1930, da padre triestino e madre spalatina, in un ambiente in cui la cultura artistica e il gusto per la storia erano ben radicati. Da parte materna, Gastone proveniva da una famiglia di scalpellini e di scultori ticinesi. Suo nonno, infatti, era lo scultore Stefano Zeffirino Grassi, che operò in tutta la Dalmazia, da Zara a Cattaro, portando a termine altari, monumenti funerari e sculture. Suo zio è stato invece professore di scultura presso l’Accademia di Belgrado.

 
Da giovanissimo, Gastone Coen, assieme al resto della famiglia si trasferì a Zara, luogo che diventerà la sua città simbolo e le cui radici culturali saranno motivo di studio costante. Fin da giovanissimo dimostrò una naturale predilezione per le materie scientifiche, ma anche per la letteratura e la storia. Questa sua inclinazione lo porterà a conseguire gli studi in Scienze Naturali, Chimica e Biologia all’Ateneo di Belgrado, per laurearsi poi anche alla Facoltà di Filosofia di Zara, in Italiano e Francese. Anche i suoi fratelli, spinti dalla cultura artistica presente in famiglia, scelsero gli studi tra la sfera scientifica e quella umanistica. Waldes Coen, che consegui gli studi di architettura, è stato un noto pittore che operò e visse a Trieste.

 

Diventato professore, Gastone Coen ha insegnato nelle scuole zaratine chimica e biologia. Nel corso degli anni ha ricoperto pure la carica di addetto culturale alla Comunità degli Italiani di Zara. Collaborò con il giornale locale “Narodni list”, curando la rubrica “Zadranima malo poznato”, che aveva come obiettivo appunto quello di far conoscere ai nuovi zaratini angoli, spigolature, cenni storici, figure artistiche e letterarie, usi e costumi che questi non conoscevano. Dal 1990 è stato collaboratore esterno dalla rivista “Panorama” – in tempi in cui la rubrica “Dalmazia” sulla rivista dell’Edit non era vista in modo molto benevolo dal potere dell’epoca – e del nostro quotidiano “La Voce del Popolo”, per il quale scriveva di fatti culturali e storici legati alla sua città, ma anche articoli di cronaca legati a una guerra che aveva investito gli zaratini e li aveva costretti a nuovi esodi, a trascorrere giornate nei rifugi, sotto gli allarmi. Nei suoi scritti era comunque sempre presente il tema dell’antica Zara, “città cosmopolita capitale del Regno di Dalmazia”.

 

Alcuni suoi articoli furono stampati nei giornali della diaspora zaratina, persino in Australia. Raccolti nel volume “Zara che fu”, furono pubblicati dall’Università Popolare di Trieste e dall’Unione Italiana di Fiume nel 2001. Presentato a Trieste nella prestigiosa sala del Circolo delle Assicurazioni Generali, affollatissima, il 7 febbraio 2002, il libro ebbe grande successo e l’edizione fu ben presto esaurita.

 

Corretto, aggiornato, ampliato con nuovi capitoli e fotografie d’epoca (provenienti soprattutto dalla collezione dell’esule Giorgio Giardini), il libro verrà riproposto dalla Comunità degli Italiani di Zara e patrocinato dal Centro Ricerche Culturali Dalmate di Spalato sotto il nuovo titolo “C’era una volta una ducal città”. “Perché Zara, per secoli e secoli, si fregiava di questo titolo nobiliare. Il doge di Venezia si vantava d’essere duca di Zara e della Dalmazia, e anche gli imperatori d’Austria, suoi successori. Tanto che sul grande stemma dell’Imperial Regia Casa Asburgica, “zò, zò, in t’un cantonzin in fondo”, cavalcava superbo San Grisogono, gonfalone di Zara”, come lui stesso aveva spiegato.

 

Nell’agosto del 2003, l’allora presidente della Repubblica Italiana, Carlo Azeglio Ciampi, su proposta del ministro degli Affari esteri, Franco Frattini, lo investirà del titolo di commendatore, conferendogli l’onorificenza dell’Ordine della Solidarietà Italiana. Nella motivazione di rileva che il professor Gastone Coen, storico e scrittore, era “uno dei sempre più rari testimoni della Dalmazia italiana di cui seguita a raccogliere e pubblicare memorie, oltre che a conservare la lingua”.

 

“È stato il cronista della Zara di altri tempi, è stato la nostra memoria storica – ci ha dichiarato ieri commossa Rina Villani, presidente della CI –. Per me personalmente è stato un punto di riferimento, un collaboratore prezioso. Ci mancherà tantissimo”. Lascia tre figli, Aurelio, Predrag e Desire, e un vuoto incolmabile nei cuori di tutti gli zaratini. Le esequie avranno luogo oggi alle 14 nel cimitero comunale di Zara.

 

“La Voce del Popolo” 23 maggio 2012

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