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A Torino rinasce la ”Fiumana” (Voce del Popolo 15 nov)

Torino potrebbe avere dall’anno prossimo anche una terza squadra. Dopo la Juve e il Toro è ormai quasi certa la rinascita dell'Unione Sportiva Fiumana, la squadra che giocò nella Divisione nazionale e due volte in serie B per poi perdersi nell'oblio a causa della guerra e dell’esodo. Quel sogno è stato oggi ripreso dai fratelli Sergio e Antonio Vatta, entrambi di origini dalmate, per la precisione zaratini, il primo per anni allenatore delle giovanili del Torino, l’altro tutt’oggi presidente della Consulta regionale del Piemonte dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia. Insieme hanno rilevato i titoli sportivi della società fiumana e nei giorni scorsi hanno inviato alla Federazione Italiana Giuoco Calcio la domanda per partecipare al campionato. La concessione a riutilizzare le insegne della vecchia “Fiumana” è arrivata direttamente dal sindaco del Libero Comune di Fiume in esilio Guido Brazzoduro. Tempo qualche settimana e da Roma dovrebbe arrivare la risposta definitiva. La squadra dunque potrebbe calcare i campi di calcio a partire dall’anno prossimo.

Sergio Vatta, che oggi ha 71 anni e che la stampa italiana definisce “Il mago”, non per nulla si è meritato quest’appellativo. Sono suoi i meriti di quattro scudetti, sei coppe Italia, le vincite a quattro tornei di Viareggio con la Primavera del Torino; uno scudetto giovanissimi e uno Primavera come responsabile dei parigrado della Lazio. È stato poi direttore tecnico delle nazionali giovanili e allenatore dell’Italia femminile portata alla fase finale dei mondiali: ha visto nascere e crescere campioni. Un serio professionista che per una vita si è messo a disposizione del calcio giovanile.

I due fratelli, come si apprende (del fatto ha dato notizia anche Torino cronaca), hanno acquisito il nome ed i titoli dell'ex squadra fiumana. Se arriverà l'esito positivo da parte della Federazione (e sarebbe questione di giorni) dal prossimo anno potranno iscrivere la nuova compagine nella Prima Divisione portando Torino ad avere tre squadre. Uno sforzo, quello dei Vatta, per ricordare la storia di tanti esuli anche attraverso lo sport.

L'Unione Sportiva Fiumana, ricordiamolo, era una società calcistica nata il 2 settembre del 1926, in seguito all'unione di due squadre già esistenti, l'“Olympia” e il “Gloria Fiume”. Il club, in maglia amaranto (o in alcune occasioni, specialmente nei suoi primi anni di vita, arancione con stella bianca) prese parte inizialmente al campionato interregionale di Prima Divisione, cioè il II livello dell'epoca. Inutile ricordare quanto il calcio fiumano abbia avuto un ruolo importante a quei tempi. Nel 1927-28 partecipò inoltre alla Coppa Federale. Nel 1928 approdò al Campionato di Divisione Nazionale e l'anno dopo, con la riforma dei campionati, fu ammessa alla Serie B per la stagione 1929-30, che concluse però all'ultimo posto. Successivamente partecipò, dal 1930 al 1941, al campionato di "I Divisione" (dal 1935 "Serie C"). Vincendo la Serie C 1940-41 fu promossa nuovamente in Serie B. Anche in questo caso, però, la stagione tra i cadetti si concluse, per due soli punti, con la retrocessione.

Il 1943 fu l'anno dell'ultimo campionato italiano della Fiumana (sempre in Serie C). Dopo gli eventi della guerra e dell’esodo nel 1947 l'Unione Sportiva Fiumana si sciolse per venire e rifondata col nome “Kvarner“, per poi dare vita, nel 1954, all‘attuale squadra “HNK Rijeka“. Dal vivaio della “Fiumana”, ricordiamolo a onor di cronaca anche in quest’occasione, uscirono campioni come Ezio Loik, detto l'Elefante (lanciato al grande calcio nel Milan, mezzala di gran movimento, tenace in copertura e implacabile in zona gol, dal tiro ambidestro potente e precisissimo, spesso scoccato da fuori area, poi "motore" del grande Torino) che era nato a Fiume il 26 settembre del 1919; Rodolfo Volk, nato a Fiume il 14 gennaio del 1906 (centratavanti della Roma, grande e potente attaccante) Marcello Mihalich, soprannominato Manzelin, nato a Fiume il 12 marzo del 1907 (attaccante che giocò oltre che nell’Inter, anche nel Napoli e nella Juve ed ebbe pure una presenza in Nazionale) ed i fratelli Giovanni (che era del 1911) e Mario e Varglien, generazione 1905 (quest’ultimo “jolly” di gran lusso della “Juventus” che già all’età di sedici o diciassette anni giocava comunque per l’"Olympia" e per il "Gloria"). Tutti assi di quella leggendaria "Fiumana" che dopo tantissimi anni Antonio e Sergio Vatta hanno ora deciso di far rinascere.

Ad impegnarsi maggiormente è stato Sergio anche perché è particolarmente noto nel mondo del calcio subalpino. Tanto per ricordarne i tanti meriti, diremo che nei decenni in cui è stato allenatore della primavera del Toro ha scoperto talenti del calibro di Christian Vieri, Gianluigi Lentini e Gigi Buffon. E adesso che è sulla soglia dei 70 anni, insieme a suo fratello si è detto pronto a lanciarsi in questa nuova avventura. Ha rilevato i titoli sportivi della società istriana e nei giorni scorsi ha inviato alla Federazione Italiana Giuoco Calcio la domanda per partecipare al campionato. Tempo qualche settimana e da Roma dovrebbe arrivare la risposta definitiva

”Saremo gli eredi della gloriosa Unione Sportiva Fiumana – spiega Sergio Vatta. – La faremo rinascere e sarà la squadra di tutti gli esuli giuliano dalmati”

Nei mesi scorsi i fratelli Vatta hanno avuto un incontrato anche con Giovanni Petrucci, presidente del Coni che da quanto apprendiamo si è detto entusiasta dell’iniziativa ed ha garantito la sua massima disponibilità. Si tratta di un progetto ambizioso e non riguarda solo il calcio.

“La squadra di pallone è solo il primo passo – spiega Antonio Vatta, che è presidente della Consulta piemontese dell’ANVGD – “Abbiamo intenzione di creare una vera e propria polisportiva”. E i calciatori? “Non saranno un problema” – assicura Sergio Vatta, forte di un’esperienza decennale nel mondo del calcio – "Abbiamo già contatti con i vivai di Lazio, Juventus, Toro, Milan, Fiorentina e Sampdoria”.

Ovviamente l’intento, per gli anni a venire, è quello di cercare di coinvolgere il maggior numero di calciatori che hanno origini istriane e dalmate. “E vi assicuro che sono tantissimi – spiega Antonio Vatta. – In tutta Italia i discendenti sono circa 800mila. Le nostre terre hanno dato i natali a moltissimi sportivi affermati per cui non avremo problemi ad individuare i calciatori”.

Come ogni altra iniziativa di un certo livello anche questa avrà bisogno dei finanziamenti adeguati e a tale pro i fratelli Vatta di contattare il presidente della Juventus Cobolli Gigli che ha origini istriane, e Sergio Marchionne, amministratore delegato della “Fiat”, la cui mamma è fiumana.

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