La Slovenia ha deciso di dichiarare una guerra senza quartiere alla corruzione. E lo si sta notando visto che le accuse mosse al premier Janša dalla Commissione anti-corruzione dello Stato (peraltro senza poteri sanzionatori) stanno portando il governo di Lubiana sull’orlo delle elezioni politiche anticipate. Certo nessuno avrebbe pensato che il ministero delle Finanze pensasse di inserire la voce “mazzette” nel modulo della dichiarazione dei redditi delle imprese per il 2012.
Detto e fatto. E così nel modulo per la dichiarazione dei redditi delle aziende in Slovenia per il 2012, emesso qualche giorno fa dalla Agenzia per il fisco, è stata inserita anche una sezione dedicata alle spese sostenute per eventuali tangenti, cosa che ha destato non poca sorpresa. Per quanto sia praticamente impossibile credere che qualche imprenditore riempirà tale sezione, esponendosi in questo modo a una denuncia per un reato che prevede pene fino a cinque anni di carcere, dall’Agenzia per il fisco hanno spiegato che il nuovo modulo è stato adeguato alle leggi per la lotta alla corruzione.
La normativa prevede infatti la possibilità di auto-denuncia per corruzione e la auto-certificazione delle spese sostenute per tangenti, che però non possono essere detratte dall’imponibile, ma usate solo per spiegare varie entrate o uscite illogiche. Beh è difficile pensare a un imprenditore che in un’operazione corruttiva, a suo favore quindi, non sia così abile da mascherare i passaggi di denaro necessari alla “mazzetta”. Forse sarebbe stato meglio inserire la voce “spese per taglieggiamento o usura”. Qui il tutto andrebbe a vantaggio di chi denuncia il reato e degli organi di Stato che potrebbero sanzionare l’odiosa pratica dei “cravattari”. Ma a volte il realismo del legislatore va oltre quello del re…
(fonte “Il Piccolo” 15 gennaio 2013)