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30lug12 – A Veglia domina ancora il Leone dei Dogi

Un leone si aggira su Veglia (Krk), l’isola più grande insieme alla vicina Cherso tra le 1165 censite lungo la costa della Croazia, Mare Adriatico. Non fa paura: ha una zampa alzata e, accanto, il Vangelo. Per gli italiani un’icona familiare, quella della Repubblica veneziana dei Dogi. A due ore di auto da Trieste, collegata alla terraferma da un ponte, l’isola si scioglie in un mare trasparente scomponendosi in un caleidoscopio di baie, cale e insenature verdi tagliate da sciabolate di fiori viola, rossi, gialli; rocce grigie e rossastre; spiagge di sabbia o ghiaia bianche e avorio. Perfette per una navigazione a vela, per ogni sport acquatico o quieta balneazione fino a un’estate che già trascolora nell’autunno.

 

L’interno dispiega paesaggi lussureggianti, aree con muretti a secco, villaggi di fascino. Il capoluogo, Veglia, è avvolta da mura. La torre di guardia ha l’orologio che, per errore, indica le ore 4 con il numero romano IIII anziché IV; la porta di Mare, il leone. I quattrocenteschi bastioni e il castello sono della casata dei Francopane, guerrieri e mecenati, che hanno irrorato i territori della loro pluricentenaria presenza: non c’è opera d’arte o militare che non sia riconducibile a loro (o ai veneziani). Il Bar Volsonis, un ingresso anonimo, è un giacimento stratificato di vari periodi: mura dal IV sec. a.C. in poi, un remo di galea della battaglia di Lepanto, un lavatoio medievale…distribuiti in più ambienti e nel giardino retrostante. Merita almeno il tempo di un caffè. Ulica Strossmayera è la via principale, a lastroni, con case basse, stucchi, portoncini e grate da cui s’intravvedono patii e giardini, mentre fichi sovrastano i muriccioli ombreggiando i vicoli. I gatti la fanno da padroni.

 

Tra i negozi, invasi di paccottiglia, da segnalare Krcanka, ceramiche zoomorfe e brocche; Fortis, ancora ceramiche più la collezione di reperti romani del proprietario. Mariolina produce la pasta di grano duro surlice, più altri 16 tipi. Eccellente l’olio d’oliva venduto nel negozio Nono (16-22 euro). Grande concentrazione di arte nel quadrilatero che abbraccia la cattedrale, il castello Francopane, l’arcivescovado e la chiesa romanica di S. Quirino, che è anche scrigno museale. Fuori delle mura, giardinetti, il porticciolo con barche all’ancora, spiagge, ristoranti, asini rassegnati a farsi cavalcare da bimbi fin troppo entusiasti. Delizioso l’Hotel Marina, 10 camere vista mare, acciaio, moquette bordeaux e bianca (da 80 euro a persona, www.hotelikrk.hr). Si cena nel dehors pieds-dans-l’eau con piatti di pesce. Puntando a est, tra querce e macchia mediterranea in costa, Punat sorge sull’omonima insenatura con il porto turistico più grande dell’Adriatico. Lungomare alberato e ricco di negozietti.

 

Si dorme all’Hotel Kanajt, immerso in un oliveto (doppia da 110 euro). In pochi minuti di barca, l’isolotto di Kosljun: un convento francescano; il museo etnografico; la chiesa con la più grande tela a olio della regione; la biblioteca con 30mila volumi; la tomba dell’ultima Francopane, Caterina; steli con scrittura paleoslava, la glagolitica, introdotta da Cirillo e Metodio; un giardino botanico. La baia di Stara Baska, rocce e calette, è incantevole. Oltre, ecco Baska, alle spalle una vallata verde di salvia (ottimo il miele) chiusa da alture glabre. La cittadina accoglie con un acquario che non ti aspetti: 21 vasche con oltre cento specie. E poi case di pescatori strette tra loro e palazzi specchio di nobiltà, barche all’ancora, una lunga spiaggia (da evitare in agosto), trattorie con pergolato come Francica o Cicibela (rospo con tartufi di mare e scampi in padella, 45 euro in 2). Verbenico (Vrbnik) scivola a picco nel blu dal colle roccioso su cui è edificata: case di pietra e stradine, tra cui quella annoverata come la più stretta del mondo, 42 cm, Grskovicev prolaz.

 

Due le perle: la chiesa del ‘300 con manoscritti glagolitici e un ristorante formidabile per la posizione vista mare e la cucina, il Nada della famiglia Juranic. Antipasti di pesce, surlice con scampi, rana pescatrice e crostacei alla griglia: 27 euro. Si beve il vino bianco della zona, zlathina, e il rosso brajda. Sulla punta nord Castelmuschio (Omisalj) è l’abitato più antico, su uno sperone che domina il golfo del Quarnaro. L’isola pedonale accoglie il Museo del costume, palazzi in pietra, la piazza Dunaj con case gotiche e romaniche, chiese del Mille con statue di lupi, santi e diavoli. Illuminate dalla luna, Fiume e Abbazia baluginano a un passo da qui, sulla terraferma.

 

Dora Ravanelli su “Il Giornale” del 25 luglio 2012

(courtesy MLH)

 

 

 

Uno dei leoni alati presenti a Veglia (foto panoramio.com)

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