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28ago12 – Carinzia indignata: addio al mito di Haider

Non è durato 4 anni il mito di Haider, che molti volevano “santo subito”, dopo la sua tragica morte avvenuta nell’ottobre del 2008. Gli scandali in cui sono coinvolti molti dei suoi successori – a cominciare dall’intera “squadra” liberalnazionale nel governo carinziano – hanno avuto origine negli anni in cui Haider era in vita e governava. I germi della corruzione erano stati seminati allora. In parte ne aveva beneficiato lo stesso Haider. In parte ne stanno beneficiando, o avrebbero voluto beneficiarne, i suoi epigoni oggi. Ma oggi, mentre Scheuch e soci stavano passando all’incasso, è intervenuta la magistratura, che ha bloccato tutto, incominciando a far luce su quello che ormai viene definito il “System H.”.

 

Dalla vendita di Hypo Bank alla cittadinanza austriaca procurata a russi miliardari, dai finanziamenti per gli Europei di calcio alle consulenze fittizie fornite da società di Pr controllate dal partito, dall’appalto del megastadio di Klagenfurt alla vendita di alloggi di edilizia pubblica. Il “sistema H.” messo in piedi da quando Jörg Haider era diventato Landeshauptmann della Carinzia e addirittura partner di governo a Vienna aveva attinto ovunque finanziamenti per il partito. Ora che i fatti stanno venendo alla luce, che i complici confessano in Tribunale senza neppure la necessità che qualcuno li solleciti, che diventano pubbliche addirittura le registrazioni audio di patti scellerati per incassare soldi in cambio di favori, ora che accade tutto questo i carinziani stanno cambiando opinione sul loro idolo.

 

Avrebbero potuto farlo per ragioni politiche, per il dissesto finanziario a cui aveva condotto il Land (il più indebitato in Austria). Invece lo fanno per ragioni etiche, perché si sentono traditi dall’uomo che con il loro voto era andato al potere, promettendo di porre fine al sistema di privilegi e di corruttele dei partiti storici, l’Spö e l’Övp, che per quarant’anni avevano governato l’Austria, e che invece si era comportato come loro. Peggio di loro. Secondo un sondaggio dell’istituto Ogm, pubblicato domenica dal “Kurier”, il 54% delle persone intervistate in Carinzia ritiene Haider responsabile del malaffare venuto alla luce in questi ultimi mesi. Un altro 19% ritiene che comunque Haider abbia concorso in qualche misura alla situazione. In altre parole, quasi tre carinziani su quattro incolpano il defunto governatore. E c’è già chi si dice pentito degli onori resigli subito dopo la morte, con funerali che, se non erano di Stato, gli assomigliavano molto.

 

Da più parti si chiede di cambiare nome al ponte sulla Drava, che il governatore in carica Dörfler aveva voluto intitolare al “Doktor Jörg Haider”, e di smantellare l’”altarino” eretto dai devoti sulla curva di Lambichl, periferia sud di Klagenfurt, dove Haider era andato a schiantarsi ubriaco a 170 chilometri all’ora contro la colonnina di un idrante la sera del 10 ottobre 2008.

 

Marco Di Blas

“Il Piccolo” 28 agosto 2012

 

 

 

Era il 2010 quando si predisponeva l’apparato per l’intitolazione del ponte al defunto governatore della Carinzia (foto www.derstandard.at)

 

Stralcio da Ansa del 12 ottobre 2008: “Non solo la Carinzia e l’Austria, ma l’intera Europa perde un leader politico di grande intuito e carisma, certamente populista ma in senso positivo”: lo ha affermato il presidente dell’Unione degli Istriani, Massimiliano Lacota, a proposito della morte di Joerg Haider. Lacota – informa una nota – aveva pranzato ieri a Klagenfurt con Haider.” 

 

Stralcio da “Il Piccolo” del 13 ottobre 2008: «Sono l’unico italiano che Haider ha salutato dal palco, venerdì mattina, nella piazza gremita di Klagenfurt. E l’unico che ha invitato a pranzo» ricorda Lacota. E spiega: «Il governatore mi aveva ufficialmente invitato a partecipare ai festeggiamenti nella piazza del Landhof in occasione della ricorrenza del 10 ottobre, assai sentita in Carinzia». Detto, fatto: «C’era un sacco di gente e Haider era molto soddisfatto. Si è presentato in abiti tradizionali con la madre a braccetto, arrivata in Carinzia dall’Alta Austria, nonostante camminasse un po’ a fatica, con l’aiuto dei bastoni».

L’occasione, del resto, era speciale: la madre Dorothea compiva novant’anni e Haider voleva festeggiarla, insieme a tutta la famiglia, nella tenuta del Baerental. Venerdì notte, quando si è schiantato con la sua auto, stava tornando a casa proprio in vista del «raduno» del giorno dopo, cui non sarebbe mancata la figlia Ulriche che vive a Roma ed è sposata con un italiano. «Haider, quando ci siamo visti in piazza, mi ha presentato la madre che non avevo mai conosciuto prima» continua, intanto, Lacota. Poi, si sono rivisti tutti a pranzo e il presidente dell’Unione degli istriani racconta di un governatore come sempre iperattivo. Impegnato in un valzer frenetico di saluti e telefonate. «Ci siamo lasciati attorno alle 15 dopo aver messo insieme una serie di iniziative comuni. La prima – continua Lacota – doveva tenersi già il 18 ottobre, a Klagenfurt, quando ci saremmo rivisti in occasione della firma di un protocollo di collaborazione tra l’Unione degli istriani e le associazioni patriottiche di Carinzia». 

 

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