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27 set – Mons. Ravignani presenta beatificazione Don Bonifacio

Il primo beato infoibato. Don Francesco Bonifacio, nato a Pirano nel 1912 e gettato in una foiba, ''in odio alla fede'', l'11 settembre 1946 nei pressi di Villa Gardossi in Istria, sara' elevato agli onori degli altari sabato 4 ottobre a Trieste, con una solenne cerimonia nel duomo di San Giusto, presieduta da mons. Angelo Amato, prefetto della congregazione delle cause dei santi, e alla presenza di mons. Eugenio Ravignani, vescovo di Trieste, e di altri 12 presuli. Recatosi a Grisignana per la confessione, don Bonificio, in quella sera di settembre venne avvicinato e fermato da alcune guardie popolari e da soldati iugoslavi. Di lui non si seppe piu' nulla, ma secondo autorevoli riscontri venne ucciso e gettato in una foiba. '

'In don Francesco Bonifacio, uomo buono e pacifico, si volle colpire il pastore d'anime, individuando in lui, a motivo del grande ascendente spirituale che godeva su tutta la popolazione – ha detto mons. Ravignani presentando la cerimonia – un ostacolo intollerabile alla diffusione dell'ideologia comunista. Egli ha difeso coraggiosamente la fede della sua gente dall'ateismo che si pretendeva di imporre. Venne ucciso in odio a Dio e alla sua Chiesa e per la fedelta' al suo sacerdozio e al suo ministero''.

Don Bonifacio e' dunque beato perche' martire della fede. E non sara' il solo beato infoibato. Nella stessa tragica fine e' incorso don Miro Bulesic, della diocesi di Parenzo-Pola, sgozzato nel 1947 dai titini. ''Non c'e' nulla, proprio nulla nella testimonianza di don Bonifacio – ha voluto precisare il vescovo Ravignani, affinche' si evitino pericolose strumentalizzazioni – che possa far pensare ad una sua chiusura verso una nazionalita' diversa dalla sua. Anzi, il suo e' un esempio di come si possa vivere con persone che parlano lingue diverse. Nulla in don Bonifacio da' sentore di una visione nazionalistica''. E questo e' uno dei motivi per cui all'annuncio della beatificazione ha gioito anche la Chiesa dell'Istria, che sara' presente al rito della beatificazione''. Quanto ai problemi ancora aperti, mons. Ravignani ha sottolineato che ''bisogna adoperarsi per portare la riconciliazione. Io l'ho detto in tempi non sospetti: la memoria va custodita e venerata per quelli che hanno sofferto, ma non c'e' nulla di piu' importante che purificare questa memoria''.

(fonte Asca)

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