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26nov12 – Dieci anni all’ex premier croato Sanader per corruzione

L’ex primo ministro croato Ivo Sanader è stato condannato a dieci anni di carcere (il pm ne aveva chiesti 15 per l’accusa di corruzione. Il 59enne, a capo del governo di centrodestra dal 2004 al 2009, è il politico di più alto livello condannato in Croazia per questa accusa. I giudici lo hanno riconosciuto colpevole di aver accettato una mazzetta di 10 milioni di euro dalla compagnia petrolifera ungherese Mol, in cambio della garanzia per l’azienda di avere il controllo della compagnia di Stato petrolifera Ina, e un’altra da 545mila euro per un accordo con l’Hypo Alpe Adria Group che ha dato alla stessa banca austriaca una posizione di leadership in Croazia.

 

Ma c’è di più. Sanader dovrà restituire alle casse dello Stato il denaro illegalmente sottratto e così entro 15 giorni dovrà sborsare la somma di 3,5 milioni di euro oltre al pagamento di 4900 euro di spese processuali. E così, essendo stata la condanna superiore a 5 anni di reclusione ieri, subito dopo la sentenza, l’ex premier che era libero grazie al pagamento della super cauzione di 1,6 milioni di euro, è tornato nel carcere di Remetinec a Zagabria. Inoltre il principale testimone dell’accusa, Robert Ježic, dovrà restituire alle casse dello Stato croato la somma di 5 milioni di euro girati dall’ungherese Mol per Sanader sul conto svizzero della Xenoplast, società di proprietà di Ježic. Per i 5 milioni rimanenti secondo il giudice non ci sono prove che siano stati versati su un conto del fratello di Sanader.

 

Finisce così, in un’umida cella delle patrie galere, la parabola di quello che all’unisono veniva considerato come l’astro nascente della politica croata. Quell’Ivo Sanader che era riuscito a “sdoganare” l’Hdz dalle brume nazionaliste e poco europeiste in cui lo aveva fatto sprofondare il defunto padre-padrone della Croazia, Franjo Tudjman. Sanader era riuscito a convertire il suo partito all’europeismo e aveva dato il via al processo di adesione del suo Paese all’Unione europea. Ma, contemporaneamente, aveva iniziato a trasformare il proprio potere politico in una sorta di remunerativo investimento nei confronti di se stesso, del proprio portafoglio.

 

A un certo punto della sua breve carriera in lui è prevalso il senso del tycoon, del lobbista raffinato, in grado di insinuarsi nelle più recondite pieghe del potere pur di trarre un profitto personale. E così, mentre veniva coccolato dalle più importanti cancellerie europee le sue trame corruttive attecchivano le proprie radici nel suolo dei più importanti affari economici croati. Molte le storie che sono emerse negli ultimi mesi sulla sua attività parallela di lobbista. Avrebbe anche tentato di fare da mediatore nella vendita del Milan di Berlusconi a un gruppo di acquirenti statunitensi (si parla di facoltosi ebrei), un affare da 300 milioni di euro per il quale avrebbe chiesto al Cavaliere una provvigione del 10 per cento. Non se ne fece nulla.

 

E siccome la storia sa essere molto, ma molto, spietata ecco la condanna per Sanader pochi giorni dopo l’assoluzione del Tribunale internazionale dell’Aja per l’ex generale Ante Gotovina, catturato alle Canarie nel 2005 proprio quando Sanader era premier. Sanader che, secondo gli analisti politici croati, avrebbe “sacrificato” il suo generale proprio sull’altare dell’adesione all’Ue. Un “baratto” che i “falchi” del suo partito non gli hanno mai perdonato. E, da come si è sviluppato tutto l’affaire Sanader, gliela hanno poi fatta pagare a carissimo prezzo. Tant’è che ora Gotovina è libero e osannato come un dio greco mentre lui, Sanader, finisce nell’ombra di una galera, mentre l’Hdz diventa feudo di Karamarko uomo che certo non si può dire amasse l’ex premier. Insomma storie di corruzione in salsa balcanica. Alla fine resta solo l’agro sapore dell’aglio del malaffare.

 

Mauro Manzin

“Il Piccolo” 21 novembre 2012

 

 

 

Una significativa istantanea del processo: a destra, in primo piano, l’imputato Sanader, a sinistra il testimone dell’accusa, Robert Ježic (foto www.rtl.hr)

 

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