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25set12 – Albonesi a raduno: «Tutto parla della nostra infanzia»

“Chi è senza radici non esiste. Non si possono dimenticare e rinnegare le proprie radici”. Ha illustrato in questo modo l’importanza degli incontri tra gli esuli e i rimasti, Tomaso Millevoi, presidente della Società operaia di mutuo soccorso “Onorato Zustovich” con sede a Trieste, che questo fine settimana, ha organizzato ad Albona il Raduno degli esuli albonesi. È stata questa la 39.esima edizione del tradizionale appuntamento e la prima ad essere organizzata ad Albona, motivo per cui sarà ricordata quale evento storico.

 

A visitare Albona e incontrarsi con i rimasti sono stati 90 esuli albonesi e loro famiglie, provenienti da Treviso, Conegliano, Monfalcone e Trieste. Dopo un programma organizzato per loro venerdì sera a Rabaz, dove hanno soggiornato durante la permanenza nella loro città di origine, sabato si è avuto l’evento principale della tre giorni. La lunga giornata è iniziata con il ricevimento dal sindaco di Albona Tulio Demetlika, che si è tenuto nella sede municipale in Cittavecchia, luogo di infanzia e giovinezza di gran parte delle persone che hanno partecipato al Raduno. Vi hanno preso parte, oltre a Millevoi e ai suoi colleghi della società triestina, Furio Radin, presidente dell’Unione Italiana e deputato della CNI al Sabor, Pierina Fabris, del Consolato generale d’Italia a Fiume, Ferdinando Parlato, consigliere dell’Università popolare di Trieste, come pure soci e dirigenti della Comunità degli Italiani “Giuseppina Martinuzzi” di Albona con Tullio Vorano, presidente della Giunta esecutiva del sodalizio, che ha contribuito all’organizzazione del Raduno.

 

Dopo aver parlato di Albona negli ultimi vent’anni, mettendo l’accento su quanto fatto dalla CNI e dall’amministrazione cittadina per la tutela e la salvaguardia della lingua e della cultura italiana nella città, delle iniziative quali l’apertura della sezione italiana dell’asilo “Pjerina Verbanac” e il bilinguismo visivo in una parte del centro storico, il sindaco Demetlika ha detto, commuovendosi, di ricordare quanto sua madre gli raccontava, quando era ancora un bambino, del destino di molti italiani dopo la Seconda guerra mondiale. “Spero che oggi viviamo in un mondo in cui simili cose non possono più accadere”, ha detto con voce tremolante, sperando che “la cultura di tolleranza, convivenza e comprensione che si vive in Istria si allargherà a tutta l’Europa” con l’entrata della Croazia nell’Unione Europea.

 

“Ogni angolo, ogni casa, la chiesa, el campanil ed el Borgo, tutto parla della nostra infanzia, la nostra gioventù e i nostri amici. Ricorderemo per sempre questo raduno e lo terremo nel profondo del nostro cuore”, ha detto Tomaso Millevoi, ricordando che il primo Raduno degli esuli albonesi si è tenuto nel 1952. Il primo invito di un sindaco di Albona, Marin Brkarić, agli esuli di visitare Albona, è stato formulato in una lettera consegnata agli esponenti della SOMS triestina al 31.esimo Raduno a Verona. Nello stesso si affermava che Albona merita che sia messa “una pietra sul passato” e che “chi è andato via e chi è rimasto cerchi di collaborare, di instaurare nuovi rapporti, costruire insieme qualcosa di nuovo, di cui le future generazioni possano essere fiere”. “Purtroppo, le condizioni non erano tali e nemmeno questo si era realizzato.

 

Sono passati da allora 16 anni, però da quel periodo gli albonesi rimasti sono stati sempre invitati ai raduni e hanno regolarmente aderito”, ha detto nel suo discorso Tullio Vorano, secondo il quale, il primo tentativo di tenere un raduno ad Albona si è avuto nel 1979, quando “il benemerito presidente della ricostituita Società operaia di mutuo soccorso, Marco Macillis, aveva programmato una gita ad Albona e aveva chiesto alla Comunità italiana rimasta di farsi interprete presso l’amministrazione comunale per patrocinare la gita”. “La risposta, purtroppo, fu negativa e l’iniziativa non andò in porto”, ha detto Vorano. Parlando delle iniziative realizzate dai rimasti e dagli esuli, Vorano ha ricordato la rimembranza del centenario della battaglia contro gli Uscocchi, organizzata nel 1999, e nel 2000 la scelta della personalità dell’Albonese del ventesimo secolo nella persona dello stimatissimo Tommaso Lazzarini, la cui figlia Lavinia Lazzarini de Battiala è stata tra i 90 albonesi in visita lo scorso weekend ad Albona.

 

Oltre all’importanza dei ritorni collettivi istituzionali degli esuli, Furio Radin ha voluto ricordare il passato rivoluzionario di Albona, ma pure quello che egli personalmente non vuole ricordare, ma che non può essere dimenticato: la foiba nel territorio della città di Albona e la chiusura della scuola italiana negli anni Cinquanta, nel momento in cui l’istituzione aveva mille studenti. Con l’entrata della Croazia nell’UE ad Albona, ha detto Furio Radin, “saremo tutti di casa”. “Il vostro ritorno simbolico per me è un grande evento, è molto sentimentale vedervi qua. Spero di vedere qua pure i vostri figli e i vostri nipoti, spero che tramandiate anche a loro questo amore che avete per Albona”, ha detto Radin. Pierina Fabris ha sottolineato l’importanza dello sforzo da parte degli esuli e dei rimasti, eredi di una cultura comune, di “ricomporre un’identità e ricostituire i profondi legami a suo tempo spezzati con uno sguardo rivolto al futuro”. Quando la tabella all’entrata nella città di Albona avrà, oltre al toponimo in croato, pure l’equivalente in italiano? hanno chiesto i presenti al sindaco, invitandolo a fare tutto il necessario perché ciò avvenga prima della loro prossima visita istituzionale ad Albona.

 

Al cimitero albonese ha fatto seguito la scopertura di una lapide commemorativa con il testo: “Rimanga nel tempo e si rinnovi nel cuore il ricordo di tutti gli esuli albonesi sepolti lontano dal loro paese d’origine a causa di un avverso destino”. Nelle ore serali dello stesso giorno al Teatrino si è avuto uno spettacolo con la partecipazione della giovane cantante e pianista Nicole Vidak, l’esibizione delle corali della CI, dei Minicantanti con la maestra Sabrina Stemberga Vidak e del Coro “Giuseppina Martinuzzi” con la maestra Nerina Ševrlica Bolfan. Oltre al concerto, in programma pure l’inaugurazione della mostra di Rinaldo Racovaz, pittore autodidatta nato a Traghetto, da anni residente a Trieste. Nell’occasione Maria Vlačić, attivista della CI, ha letto la sua poesia ispirata al Raduno degli albonesi e intitolata “Albona pianzi, pianzi”. Ieri, dopo la Santa Messa alla chiesa parrocchiale in Cittavecchia, l’incontro è proseguito con una passeggiata per le calli di Albona e una visita ai principali palazzi del centro storico.

 

Tanja Škopac

“la Voce del Popolo”  24 settembre 2012

 

 

 

Albona, il sindaco Tullio Demetlika si intrattiene con due esuli nel corso del recente raduno

(foto www.glasistre.hr)

 

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