Il litorale istriano non fu mai «territorio etnicamente sloveno»
la FederEsuli e l’ANVGD scrivono al ministro Frattini
comunicato stampa ANVGD
Ferma protesta della Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati e dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia per il documento pubblicato dal Governo della Repubblica di Slovenia a conclusione del suo turno di presidenza UE.
Nel documento, sottoscritto dalla Presidenza slovena, è infatti inclusa una sintesi della storia della vicina Repubblica i cui contenuti sono discutibili storicamente e giuridicamente, anche alla luce dei trattati internazionali. In essa la complessa evoluzione storica dei territori orientali e l’autoctonia della importante presenza italiana nelle aree cedute alla ex Jugoslavia in base al trattato di pace del 10 febbraio 1947, sono ampiamente sottaciute o rivedute in base a criteri etnocentrici che non corrispondono alla reale configurazione storica, culturale e linguistica di quei territori.
La FederEsuli, nelle persone del presidente Renzo Codarin e del vicepresidente Lucio Toth, hanno rimarcato – con una lettera inviata al ministro degli Esteri Franco Frattini, che si trascrive di seguito – la reticenza e la distorsione sostanziali ed evidenti del documento ufficiale di Lubiana, invitando il titolare del nostro Dicastero ad esprimere al Governo di Slovenia la forte contrarietà dell’Italia alle manipolazioni operate su temi così delicati.
Roma, 23 agosto 2008
Al Signor Ministro degli Affari Esteri
On. Franco Frattini
Piazzale della Farnesina, 1
Roma
Gentile Signor Ministro,
nella relazione conclusiva del semestre di presidenza della UE (1° gennaio – 30 giugno 2008) inviato a tutti i Governi dell’Unione, il Governo della Repubblica di Slovenia ha inserito un profilo storico del Paese che contiene alcune affermazioni meritevoli di puntualizzazione da parte del Governo della nostra Repubblica.
Vi si legge infatti in due punti uno svolgimento degli eventi sul piano storico-giuridico non rispondente al vero.
1°) Si parla di un “territorio etnicamente sloveno” che al termine della Prima guerra mondiale sarebbe stato diviso tra Italia, Austria e Regno dei Serbi Croati e Sloveni. Ora mal si comprende quale sia l’estensione di questo preteso “territorio etnico” dal momento che tale terminologia è priva di ogni base scientifica oggettiva e può lasciare intendere che tutta la Venezia Giulia di allora e quindi anche le attuali province ancora italiane di Trieste e Gorizia facessero parte di esso.
2°) Si definiscono gli eventi dolorosi verificatisi nel 1945 nella regione giulia come una riunificazione alla Slovenia di parte di questo supposto territorio etnico. Il che presuppone tre fatti storicamente privi di fondamento:
I) che il litorale istriano della ex-Zona B possa essere definito come territorio etnico sloveno, quando invece è stato caratterizzato per secoli da una radicata cultura istriano-veneta di lingua italiana;
II) che il litorale istriano della ex-Zona B sia appartenuto in passato ad uno Stato sloveno, mai esistito, mentre è noto che i territori di Capodistria, Pirano e Isola d’Istria avevano fatto parte per secoli della Repubblica Veneta e successivamente dell’Impero d’Austria (salva la parentesi napoleonica di appartenenza al Regno d’Italia prima e alle Province Illiriche poi);
III) che una parte del territorio etnico sloveno non sia stato ancora “riunificato” alla madrepatria: cioè le attuali province di Trieste e Gorizia e forse parte della Carinzia.
Siffatte affermazioni ledono non solo la verità storica, ma mettono in discussione gli assetti territoriali sanciti da tutti gli strumenti di diritto internazionale che definiscono le frontiere tra l’Italia, la Slovenia e l’Austria.
La stampa giuliana di questi giorni, certamente non nazionalista, ha sottolineato con autorevoli interventi questo “scivolone irredentista” che è sfuggito ai compilatori della relazione.
Gli esuli istriani e giuliani chiedono al Governo della Repubblica di farsi interprete presso il Governo sloveno della preoccupazione dell’opinione pubblica italiana per tali affermazioni e del loro personale sdegno nel vedere manomessa la verità storica sul carattere autoctono italiano e comunque plurale del territorio assegnato allo Stato italiano “liberale” nel 1920 e poi perduto a seguito del Trattato di pace del 1947 e del Trattato di Osimo del 1975.
Tralasciamo ogni considerazione circa lo spirito di leale amicizia che dovrebbe presiedere a tutti i rapporti tra i Paesi della UE, compresi quelli che attengono alla storia passata, che non dovrebbe più essere motivo di contesa.
Renzo Codarin
Presidente
Lucio Toth
Vicepresidente