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23 giu – I fiumani si sono incontrati a Montegrotto

MONTEGROTTO TERME – La verità è giustizia e permette di immaginare il futuro. Un assioma che ben riassume lo spirito del dibattito che si è sviluppato nei tre giorni del Raduno dei Fiumani a Montegrotto Terme in provincia di Padova nel fine settimana appena trascorso. Una destinazione che assume diversi significati, primo fra tutti il bisogno, sempre forte, dell’incontro con i concittadini sparsi dall’esodo, e non è un’esagerazione, ai “quattro venti”. Giungono da lontano per rivedere gli amici, i conoscenti, per parlare di Fiume facendo sfoggio di un dialetto mai annacquato, che resiste, forte, nonostante l’inclemenza del tempo e della storia. A questa dimensione di alto valore umano se ne aggiunge però un'altra che contraddistingue, sempre più, questi incontri. Ora che il 10 Febbraio, Giorno del Ricordo, è diventato un appuntamento nazionale importante, l’informazione sulle tematiche che riguardano i fiumani e la loro storia è al centro delle preoccupazioni del Libero Comune ma anche dei singoli, attenti, a ciò che il mondo recepisce e trasmette sulla storia plurisecolare di un popolo. Se ne parla nei momenti ufficiali e non, con grande senso di responsabilità, a volte con una malcelata rabbia per ciò che non viene recepito, a volte con una punta di rancore ma sempre più coscienti che “di noi rimarrà ciò che è stato scritto, rimarranno i simboli, i monumenti, il cimitero e la testimonianza costante di chi continua ad abitare il territorio e coltiva il nostro dialetto”.

Numerosi gli ospiti

Numerosi gli ospiti che hanno voluto presenziare all’incontro dei Fiumani: Franco Luxardo e Giorgio Varisco in rappresentanza dei Dalmati e dell’ANVGD di Venezia e Padova alla riunione del Consiglio. E all’Assemblea di domenica mattina: Renzo Codarin, Presidente della Federazione degli Esuli, Agnese Superina a nome dell’UI e della Comunità degli Italiani di Fiume accompagnata da Roberto Palisca e Rosi Gasperini, rispettivamente presidente e vicepresidente del Comitato esecutivo del sodalizio, il dott. Roberto Pietrosanto già console d’Italia a Fiume, Alessandro Leković già presidente della CI fiumana.

Cose che non aiutano

A testimonianza che la conoscenza avviata in modo istituzionale diventa poi un’amicizia da conservare nel tempo e da testimoniare con la presenza e la preoccupazione affinché i problemi e le questioni fondamentali concernenti il mondo delle genti dell’Adriatico orientale trovino giusta soluzione. Come? Ci sono cose che non aiutano, come i fatti di cronaca successi recentemente a Buccari e che hanno avuto per protagonisti giovani studenti genovesi percossi dai loro coetanei e sul cui sostegno morale ai ragazzi e alle famiglie è stata approvata una mozione. Non aiuta l’atteggiamento di certa stampa negazionista o volutamente distratta sulle vicende e sulla giusta dimensione della presenza italiana in queste terre. Non aiuta una certa divisione, non sugli obiettivi ma sui toni, all’interno delle associazioni degli esuli di cui molti fiumani hanno chiesto spiegazione.

Positivo l'interessamento dello Stato italiano

Ciò che invece è positivo è l’interessamento dello Stato italiano alle questioni degli esuli – così come ribadito da Renzo Codarin che ha letto una missiva dell’on Letta ma che ha anche ricordato il grande ruolo svolto dal presidente Napolitano. Aiuta, il legame sempre più forte con la Comunità degli Italiani di Fiume e la partecipazione congiunta ad incontri ufficiali e manifestazioni in occasione di San Vito ed altri appuntamenti nel corso dell’anno. A ribadirlo il sindaco Guido Brazzoduro ma anche la presidente Agnese Superina che ha voluto ricordare il recente successo delle giornate dedicate alla cultura fiumana in occasione dei festeggiamenti per il Santo patrono e la pubblicazione del volume sul Moretto fiumano. Il rapporto con le autorità comunali non sempre è facile, nonostante il riconoscimento di atoctonìa per gli italiani di Fiume, spesso i loro problemi finiscono in un generico calderone delle minoranze presenti in città.

Assottigliamento delle fila

Il processo di sensibilizzazione è importante e va perseguito in tutti i modi. Su tutto emerge il desiderio di non “rimanere soli”. Alcuni consiglieri hanno posto con forza il problema dell’assottigliamento delle fila dei fiumani ai Raduni per cui una soluzione viene vista in una partecipazione comune a raduni rivolti a tutta la comunità dell’esodo, senza distinzioni di campanile. Importante anche la responsabilità che gli esuli sentono nei confronti della società italiana, e in particolare della scuola, dove vanno ad incontrare i ragazzi per portare una testimonianza sulla vicenda delle terre adriatiche.

Comprensione e reciproco rispetto

Le tre giornate di Montegrotto, oltre che dal dibattito, sono state caratterizzate da alcune cerimonie condivise con le autorità comunali, sia nella piazza dedicata a Norma Cossetto (grazie all’interessamento e all’impegno di un fiumano, Luciano Manià) nella località di Due Carrare, alla presenza del sindaco Vason e di alcuni assessori, sia di fronte al monumento ai caduti nella piazza comunale di Montegrotto con la partecipazione del sindaco Luca e di suoi collaboratori che hanno segnato un momento di fattiva attenzione nei confronti dell’appuntamento annuale. A chiudere il Raduno di Montegrotto è stata la santa messa officiata per l’occasione da Mons. Crisman che ha rivolto, ancora una volta, un appello all’unione, alla comprensione ed al reciproco rispetto.

 

Rosana Turcinovich Giuricin su "La Voce del Popolo"

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