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1914. Preludio di un suicidio mondiale (10lug14)

 

Ormai sono passati cento anni dall’inizio della Grande Guerra, ma la memoria di quella tremenda tragedia, con nove milioni di Caduti ed un numero ancora più alto di feriti e di prigionieri, è rimasta incancellabile, nella matura coscienza dei quindici popoli coinvolti. In modo altrettanto definitivo, le alte parole del Santo Padre Benedetto XV con cui l’immane conflitto venne condannato come “inutile strage” fanno parte del patrimonio morale di una nuova e consapevole umanità. Proprio per questo, è importante conoscere le complesse ragioni che diedero luogo ad una conflagrazione dalle dimensioni imprevedibili, assieme agli auspici di quanti confidavano nell’affrancamento da ogni residuo disegno assolutista, nel trionfo della democrazia sociale, e nell’affermazione del principio di nazionalità. In buona parte, quelle attese non ebbero seguito; nemmeno in Italia, dove la “Quarta Guerra d’Indipendenza” diede luogo, sebbene momentaneamente, al compimento del percorso risorgimentale. Eppure, la storia del 1914 e degli anni seguenti conserva un’importanza decisiva per comprendere quella di tutto il Novecento ed una parte ragguardevole dei nostri problemi attuali. Dagli spunti di meditazione che ne scaturiscono, emerge una maieutica idonea a promuovere, se non altro, la conferma di quanto sia valido e condiviso l’assunto costituzionale circa l’inidoneità della guerra a risolvere controversie internazionali: un vero impegno etico, ancor prima che giuridico.

Rodolfo Ziberna

 

Romana de Carli Szabados,

1914. Preludio di un suicidio mondiale

Rigoni, 2014

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