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19 set – Quell’Alitalia nata dall’idea dei Cosulich

TRIESTE Sul canto funebre dell’Alitalia Gorizia non trova scuse per far finta di niente. Peraltro non ha alcuna responsabilità sull’esito di cui dicono le cronache intorno a quella che sino a ieri è stata la «compagnia di bandiera». Che pur, ottant’anni fa, da queste parti ha trovato le sue radici. Grazie ad una società, quella dei fratelli Cosulich, la Sisa. L’avventura ha inizio il primo aprile del 1926: è il primo volo di linea italiano con gli idrovolanti costruiti al cantiere di Monfalcone inseriti sulla tratta Trieste, base molo Audace, Venezia, riva Schiavoni, Pavia, porto Po, e Torino, riva Po: sempre sulla dirittura dell’acqua, visto che aeroporti idonei non ne esistevano ancora. Il volo commerciale ha successo: trasporta posta e merci e timori dei passeggeri. Ma è solo l’inizio, ovvio. E’ un inizio che viene interrotto dagli eventi bellici.

Ma la Sisa, la società dei Cosulich, resiste. Alla fine della seconda guerra mondiale, esaurito il momento degli idrovolanti, inghiottito il trauma dei confini con la Jugoslavia, la Sisa ritorna ad essere la prima compagnia aerea italiana. Da un campo periferico, quello di Merna, che, dalla fine della guerra aveva continuato ad essere efficiente, tenuto bene, addirittura con una nuova pista in cemento. Quando nel settembre del 1947 fu tracciato il confine ci si rese conto che la pista era ad un tiro di sasso dalle garitte degli agenti jugoslavi: impossibile fare di Merna una base militare. Merna rimane quindi in servizio solo per voli civili. E torna la Sisa. Subito, nel 1947. Con voli per Roma. Nel frattempo si ristruttura il percorso aereo. E sono i Dc-3. Nasce la Lai, Linee Aeree Italiane, che ingloba le società regionali, quali la Sisa, e che fa dell’aeroporto di Merna il suo capolinea ad Est. Dal 1947 l’aeroporto di Merna costituì uno dei primi e pochi e funzionali scali della allora nascente Lai-Alitalia e di un’ipotizzata unità nazionale. Oggi entrambi morenti.

fonte Sandro Scandolara su "Il Piccolo"

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