Un interminabile elenco di libri dedicati alla sua Fiume e all’Adriatico orientale: Mario Dassovich, grande fiumano, si è spento l’altra sera a Trieste lasciando ai posteri migliaia di pagine nelle quali ha cercato di raccogliere testimonianze, riflessioni, documenti di una vicenda che l’aveva occupato e preoccupato impegnandolo intensamente. E non poteva essere diversamente, per il suo carattere schivo e combattivo, rigoroso e puntuale in pieno spirito austro-ungarico di queste nostre terre alle quale apparteneva per formazione e per scelta.
Mario Dassovich, classe 1927, nato a Fiume. Nell’ultimo dopoguerra era stato deportato per diversi anni in Jugoslavia, a Maribor. I suoi compagni – informati della sua dipartita – hanno voluto che scrivessimo che in quei giorni di tragedia “era stato per tutti un faro, infondendo coraggio ed orgoglio e quella forza necessaria a sopravvivere in condizioni disumane”. Ci hanno chiesto anche di scrivere che “ne parlava solo con i sopravvissuti, per quel pudore che l’aveva sempre contraddistinto”.
Stabilitosi successivamente a Trieste, aveva avuto modo prima di laurearsi in scienze politiche in quella Università, poi di frequentare la Columbia University di New York conseguendovi il “Master of Arts” della facoltà di economia di quell’Ateneo. Già attivo nella vita amministrativa e politica di Trieste (ove è stato funzionario di un’azienda di pubblico servizio, assessore provinciale, assistente universitario della locale facoltà di economia), negli ultimi vent’anni ha dato numerosi contributi fondamentali alla storiografia nel nostro confine orientale.
La sua opera principale s’intitola appunto I molti problemi dell’Italia al confine orientale ed è stata edita nel 1989-1990. Ha curato nel 1997 la pubblicazione del volume I sopravvisuti alle deportazioni in Jugoslavia ed è l’autore di varie altre opere che hanno incontrato un notevole successo (tra cui I treni del ventennio del 1993, Proiettili in canna del 1995, Italiano in Istria e a Fiume del 1990, All’orizzonte di Trieste un’altra frontiera del 1992).
Ed in altre edizioni: Appendice 1870-1947 alla ristampa della “Storia di Dalmazia” di G. Praga, Milano, 1981; Trieste e l’Austria fra retaggio e mito, Trieste, 1983; La diaspora fiumana nella testimonianza di Enrico Burich, Trieste-Udine, 1986; “Il Quarnero fra geografia e storia / Il golfo, le riviere, le isole, la città del capoluogo (1896-2008)” (Del Bianco editore, 2009, Udine). Con lo stesso editore ha pubblicato una decina di libri, tra cui, l’ultimo, Roma e Belgrado 1969-1992. Momenti di incertezze nella politica estera dell’Italia verso la Jugoslavia.
Era stato per lunghi anni consigliere del Libero Comune di Fiume in Esilio ed aveva diretto, in varie tornate, il mensile La Voce di Fiume.