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18lug12 – Ex Jugoslavia, ostacolate le ricerche delle vittime

Fumo nero, vampate alte 10 metri, pompieri impegnati per un’intera giornata ad estinguere le fiamme. Non è stato un incendio estivo causato dall’ondata di calore che sta investendo i Balcani quello che ha interessato un’area nei pressi del paesino di Zilivoda, in Kosovo. Ma un rogo enorme, forse doloso, che ha provocato «danni estesi» in un sito dove la missione di polizia europea, Eulex, sta effettuando scavi per riportare alla luce una fossa comune. Nella fossa – secondo Eulex «uno dei più vasti siti di inumazione scoperti in Kosovo negli ultimi anni» – sarebbero sepolti i resti di almeno venti cittadini serbi del Kosovo, rapiti nel 1998 e durante il conflitto del 1999 e ancora “desaparecidos”. Fra questi ci sarebbero anche i corpi di nove minatori di Belacevac, miniera di carbone conquistata dai guerriglieri dell’Esercito di Liberazione del Kosovo (Uck) nel giugno del 1998, dopo una dura battaglia contro i soldati di Belgrado.

 

Dopo la presa dell’impianto, presso Obilic, non lontano dalla sospetta fossa comune, dieci operai serbi sparirono nel nulla. L’unico che riuscì a fuggire affermò che i suoi colleghi erano stati liquidati dall’Uck. «I lavori di scavo sono stati interrotti, Eulex valuterà la sicurezza dell’area ed è troppo presto per fare previsioni», ha spiegato uno dei responsabili degli scavi, Alan Robinson. Eulex che ha confermato di aver iniziato a indagare sulle cause del rogo, per ora «non ancora identificate». Le associazioni dei familiari dei rapiti e degli scomparsi serbi del Kosovo hanno invece puntato il dito sull’inazione di Pristina. L’incendio sarebbe scoppiato addirittura sabato, hanno accusato le famiglie dei desaparecidos serbi, ma solo ieri mattina i vigili del fuoco si sarebbero attivati seriamente per spegnere le fiamme. Il tutto per occultare le prove dei massacri, lo “j’accuse” dei serbi. Anche il ministro serbo per il Kosovo, Goran Bogdanovic, ha espresso dubbi sulla natura dell’incendio e ha chiesto a Eulex di dissiparli «per evitare confusione» sul delicato caso. «Completeremo gli scavi e le esumazioni molto presto, ultimando questo progetto», ha assicurato in risposta il governo kosovaro. Nell’ex provincia serba, a 13 anni dalla guerra, si contano ancora 1800 desaparecidos, di cui un terzo serbi.

 

(fonte “Il Piccolo” 18 luglio 2012)

 

 

 

La fossa nei pressi di Zilivoda, in Kosovo (foto www.letemps.ch)

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