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17ago/07.50 – ANVGD Gorizia: delegazione a Vergarolla

In occasione del 65° anniversario della strage di Vergarolla (nella città istriana di Pola) avvenuta il 18 agosto 1946, domani 18 agosto il Comitato provinciale dell’ANVGD di Gorizia e la Lega Nazionale di Gorizia, saranno presenti a Pola con oltre 50 tra soci e simpatizzanti per partecipare alle cerimonie in memoria delle vittime, con un omaggio floreale al cippo eretto in memoria e la presenza alla santa messa solenne officiata dall’arivescovo, alla presenza delle maggiori autorità, tra cui l’ambasciatore d’Italia a Zagabria.

La delegazione dei goriziani sarà rappresentata dal vice presidente nazionale dell’associazione giuliano dalmata Rodolfo Ziberna, che è anche presidente della lega Nazionale di Gorizia.

Come noto quasi il 20% della popolazione residente a Gorizia appartiene alla prima, seconda o terza generazione degli esuli giuliano-dalmati. In particolare moltissimi sono polesani, tant’è che il santo patrono che viene festeggiato da 64 anni è San Tommaso, patrono di Pola. Su circa 32.000 abitanti furono ben 29 mila coloro che scelsero l’esilio per salvare se stessi e le proprie famiglie.

Lo scorso febbraio il Comune di Gorizia, in collaborazione con ANVGD e Fondazione CaRiGo, hanno presentato all’auditorium u libro sull’anagrafe di Pola custodita nel palazzo municipale da 64 anni.

Al termine si svolgerà un incontro con la Comunità degli italiani di Pola.

Una breve nota sulla strage di Vergarolla.

Domenica 18 agosto 1946: da oltre un anno la guerra era finita. Mentre alla Conferenza della pace di Parigi il destino di Pola sembrava ormai segnato, mani assassine innescarono delle mine prive di detonatore accatastate sulla spiaggia di Vergarolla (Pola), dove si stavano svolgendo gare natatorie con tantissimi ragazzi partecipanti e con intere famiglie riunite in una domenica di sole.

Lo scoppio si sentì a chilometri di distanza. Un centinaio furono i morti (64 quelli identificati) e centinaia i feriti, per lo più giovanissimi. Il dottor Micheletti all’ospedale di Pola operò ininterrottamente per ore e ore pur sapendo che tra le vittime c’erano i suoi due figli Carlo e Renzo e altri suoi parenti stretti. Questo attentato terroristico fiaccò il morale della popolazione, dando una spinta decisiva all’esodo di massa.

 

(fonte ANVGD Gorizia)

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