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17 nov – Don Bonifacio ricordato a Grisignana

Sabato 15 novembre nel duomo di Grisignana si è svolta una solenne celebrazione eucaristica in onore di don Francesco Bonifacio, beatificato a Trieste lo scorso 4 ottobre.

Presieduta dal Vescovo dell’unita Diocesi di Parenzo e Pola, mons. Ivan Milovan, con la partecipazione del Vescovo di Trieste mons. Eugenio Ravignani e di numerosi parroci di diverse cittadine istriane, la celebrazione ha visto la presenza di alcune centinaia di fedeli, tra i quali anche una settantina di esuli grisignanesi giunti da Trieste in pullman e guidati dal mons. Giuseppe Rocco.

Durante l’omelia mons. Milovan – che ha celebrato la Santa messa in croato ed in italiano – ha ricordato la vita e l’opera di don Francesco Bonifacio ed ha fermamente condannato le ideologie che sono state la causa di numerosissimi lutti: fascismo, nazismo e comunismo.

Anche mons. Ravignani è intervenuto sottolineando l’apostolato di don Francesco Bonifacio e la missione quotidiana che, egli non aveva mai inteso trascurare, nonostante il clima di persecuzione e di violenze che si era manifestato in Istria subito dopo la seconda guerra mondiale.

Il momento più toccante quando ha parlato Giovanni, l’ultimo fratello ancora in vita di don Francesco, che ha preso la parola ringraziando dalla sacra cattedra il vescovo Milovan per aver voluto la solenne cerimonia.

Durante il saluto Giovanni Bonifacio ha ripercorso minuziosamente gli ultimi attimi di vita del fratello prelato: “L’11 settembre di sessantadue anni fa mio fratello era entrato per l’ultima volta in questa chiesa, ed aveva trascorso gli ultimi momenti della sua vita assieme a mons. Luigi Rocco, qui oggi con noi. Aveva detto a me e a mia madre che sarebbe salito da Villa Gardossi a Peroi per ordinare la legna per scaldare il focolare domestico durante i rigori dell’ incombente inverno e sarebbe poi passato a trovare il confratello”. “Dopo l’incontro” ha detto Giovanni “mons. Rocco accompagnò mio fratello fino al cimitero e lì si salutarono. Dopo pochi minuti, sulla via del ritorno, venne fermato da due uomini della guardia popolare. Un contadino che era nei campi si avvicinò ai sicari e chiese loro di lasciar andare il suo prete, ma fu allontanato brutalmente e minacciato perché non dicesse nulla di ciò che aveva visto.
Poco dopo le guardie sparirono nel bosco…”

Alla fine del suo intervento, Giovanni Bonifacio ha annunciato di aver donato alla Diocesi di Parenzo e Pola il piccolo crocifisso personale ed un saio appartenuti al beato Francesco Bonifacio.

(fonte UdI)

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