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17 lug – Grossich, il primario di Fiume che scoprì la tintura di iodio

In un mondo ove si tende a dimenticare le vere persone che hanno onorato e beneficato, soprattutto le nostre terre perdute, ringrazio la signora Giosetta Smeraldi per il bellissimo ricordo dell’illustre dottor Antonio Grossich, primario dell’ospedale Santo Spirito di Fiume. Sin da bambina conoscevo la sua figura e il suo operato perché nella metà degli anni Venti mio nonno materno, causa la poca igiene che allora avevano le botteghe dei barbieri, ebbe una grave infezione dovuta a un ascesso (favo) sulla nuca.

Da Cherso fu portato urgentemente con il suo bragozzo a Fiume e ivi operato e curato dal dottor Grossich. Mio nonno guarì perfettamente (allora gli antibiotici erano un miraggio) e serbò per lui una grande riconoscenza.

Nel suo reparto vigeva la più scrupolosa igiene, l’asepsi era rispettata al massimo grado, ogni mattina faceva aprire tutte le finestre delle stanze e con il freddo costringeva i pazienti a infilarsi sotto le coperte, testa compresa!

Anche se non ebbe la stessa notorietà, il dottor Grossich per la scoperta dell’uso della tintura di iodio a scopo disinfettante può essere paragonato al celebre dottor Sommelweiss, il quale capì la causa della febbre puerperale che nell’Ottocento mieteva a Vienna centinaia di giovani partorienti. Sulla tragica vita di questo insigne medico il celebre scrittore francese Celine scrisse un libro che consiglio a tutti di leggere, il cui titolo è “Il dottor Sommelweiss” ed. Adelphi.

Non molto tempo fa a Fiume fu proposto (penso da parte della comunità degli italiani) di intitolare una via al dottor Antonio Grossich ma la municipalità di Rijeka si oppose classificandolo “fascista”.

Era un vero uomo, un grande medico e si prodigò molto per il sociale.
E allora mi viene in mente San Gennaro che fu declassato da “santo di serie A” a “santo di serie B”; i napoletani con molto spirito allora apposero sotto la sua statua un cartello con su scritto “San Gennaro fotta tenne (fregatene)!”

E tu, caro dottor Grossich, riposa in pace a Draguccio nel cuore dell’Istria con il ricordo e la riconoscenza di tutti noi esuli istriani, fiumani e dalmati.


Gigliola Salvagno Vecchione, “Lettere” su “Il Piccolo”

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