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17 gen – Memoria e Ricordo si intrecciano in P. Placido Cortese

Il Parlamento ha riconosciuto il 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, “Giornata della Memoria” in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati italiani nei campi nazisti e anche di tutti coloro, che a rischio della propria vita, hanno salvato altre vite.

Fare memoria perché l’orrore, avvenuto con vergogna dell’umanità tutta, non abbia ripetersi. E’ questo il motivo per cui in questa data, o in prossimità della stessa, in tutta Italia, vengono organizzati incontri e momenti commemorativi.

La parrocchia dei SS. Vito e Modesto di Spinea (Venezia) celebra la Giornata della Memoria 2010 anche ricordando la bellissima figura del Servo di Dio, P. Placido Cortese (Cherso, 7 marzo 1907 – Trieste, novembre 1944), frate minore conventuale e sacerdote della Basilica di S. Antonio di Padova, apostolo e martire di carità, vittima del nazismo. Venerdì 29 gennaio, alle ore 20,45 nella Chiesa dei SS. Vito e Modesto, il Gruppo Lettori presenterà, in lettura scenica, il dramma “OLOCAUSTO DEL SILENZIO, Placido Cortese vittima del nazismo”, di P. Luigi Francesco Ruffato, nell’adattamento curato da Adriano Spolaor. Dopo il prologo, che predispone ad entrare nel clima di quel terribile periodo storico e nella vicenda umana e religiosa del sacerdote Placido Cortese, la lettura presenta l’epilogo drammatico della vita di P. Placido Cortese, epilogo durato poco più di un mese: dall’8 ottobre, data del sequestro, al 15 novembre 1944 (data probabile della morte).

Il colonnello sloveno Vladimiro Vauhnik, capo della rete informativa pro – alleati, ha scritto: “A frate Placido la Gestapo cavò gli occhi, tagliò la lingua e lo seppellì vivo”.

Il sacerdote P. Placido Cortese, così come altri martiri del novecento, è un uomo che si trovò immerso in una tragica e irrazionale sospensione della vita normale, in una vicenda drammatica che patì sulla propria persona riuscendo a trasformarla in una forte esperienza e salvando ad altri la vita. Padre Placido è morto per non aver voluto pronunciare parole che avrebbero potuto compromettere la vita degli altri. La lezione è imparare la carità che sa tacere, che sa andare incontro agli altri senza rumore. Sarebbe bello che fossimo sempre capaci di usare solo parole che fanno bene.

La testimonianza di P. Placido Cortese aiuta ad aprire le braccia a Gesù Cristo, all’annuncio del Vangelo, al coraggio della Parola che consente anche il coraggio del Silenzio.”

 

 

 

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