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15ott12 – Pesca, a Fossa di Pomo “guerra” del pesce

Via gli italiani dalla Fossa di Pomo, l’area dell’Adriatico centrale dove avviene la riproduzione di numerose specie ittiche ed è considerata d’ importanza eccezionale per le sorti di questo mare. È la richiesta avanzata dai pescatori professionisti croati, lanciata tramite Facebook dall’associazione spalatina «Destra urbana» e rivolta ai cittadini della Croazia che vengono invitati a sottoscriverla. La Fossa dell’isolotto di Pomo, così gli attivisti di «Destra urbana», è scarsamente tutelata e sottoposta a sfruttamento indiscriminato che arriva soprattutto dai circa 600 pescherecci italiani – lunghi più di 18 metri – che abitualmente calano le reti in questa zona ancor sempre appetibile. Rarissimi invece in queste acque i pescherecci d’altura croati, che in Istria, Dalmazia e Quarnero sono circa 60.

 

A causa delle alte spese per raggiungere la Fossa di Pomo – si legge nell’ iniziativa del gruppo spalatino – praticamente nessun peschereccio croato, di lunghezza superiore ai 18 metri, raggiunge quest’ area, praticamente a uso e consumo dei pescatori della dirimpettaia Italia». Da Spalato si propone che la Croazia compia un passo importante, proclamando la Fossa quale area in regime di tutela e d’ interesse per il Mediterraneo. Si tratta di Spami – Specially Protected Areas of Mediterranean Importance.

 

«Ci sono praticamente tutti i presupposti per arrivare ad un simile grado di protezione. Ricordiamo che la creazione di zone tutelate si basa sulla Convenzione di Barcellona, che vede la Croazia tra i Paesi firmatari. Tenuto conto che Zagabria sta per entrare nell’Unione europea ed ha assunto la legislazione comunitaria, ha l’ obbligo di adottare meccanismi di difesa nei riguardi di aree marine a rischio e la stessa cosa vale per l’Italia. Avessimo lo Spami per la Fossa di Pomo, si potrebbe dire che Croazia e Italia hanno messo in pratica un esempio di collaborazione regionale».

 

Sempre su Facebook si legge che se la Croazia non tutelerà l’ attuale fascia ittico – ecologica in Adriatico, che rappresenta il 45 per cento del mare sotto la sua giurisdizione, ciò costituirà un colpo gravissimo per la categoria dei pescatori professionisti croati, già provata da stagioni contrassegnate da risultati scarsi. Di anno in anno infatti è in calo in Croazia il tonnellaggio del pescato di pesce azzurro e bianco, con identica sorte riservata a crostacei e molluschi. La recente stagione turistica ha messo spesso alle corde gli stessi ristoratori, vista la quantità non eccessiva del pescato, che ovviamente andava a ruba tra i primi che si presentavano al mercato. L’uso del pesce surgelato, a un certo punto, è sembrato l’unica maniera di uscire dall’impasse.

 

Andrea Marsanich

“Il Piccolo” 13 ottobre 2012

 

 

 

 

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