dalmats1

15 lug – La TV slovena attacca i Dalmati di Trieste

COMUNICATO STAMPA DELL'ASS. DALMATI ITALIANI NEL MONDO – DELEGAZIONE DI TRIESTE

La Televisione pubblica di Lubiana ha dato una versione falsa e tendenziosa della deposizione della Corona d’alloro da parte dei Dalmati e della Lega Nazionale in memoria del tenente Luigi Casciana lo scorso 13 luglio alle ore 12.30, utilizzando la vecchia tecnica titina che credeva di risolvere i problemi definendo “fascisti” coloro che erano semplicemente italiani. La trasmissione televisiva si è aperta con un falso, dichiarando che era stato solo il Presidente della Repubblica slovena Türk a deporre una corona d’alloro sull’ex Hotel Balkan, quando invece, il comunicato congiunto dei tre Presidenti precisa che ambedue le due corone deposte sull’ex Balkan e sul Monumento dell’Esodo costituivano un omaggio di tutti e tre i Presidenti e ciò risulta anche dalla scritta sulla corona presidenziale, tuttora presente sull’ex Balkan, ancorché curiosamente scritta solo in lingua slovena.

La deposizione da parte dei Dalmati e della Lega Nazionale di una corona d’alloro per il tenente Luigi Casciana viene presentata come “un incidente fascista”, quando invece è stato regolarmente annunciato da stampa, radio e TV. Lo stesso Casciana, che stava proteggendo il Narodni Dom al comando di un gruppo di soldati e guardie regie, viene definito dalla TV Slovena “fascista”che afferma anche “il Narodni Dom è stato incendiato dai fascisti”, quando invece, è noto che non sono stati mai individuati né gli uccisori a Spalato del comandante Tommaso Gulli e del motorista Aldo Rossi (ricordati in una cerimonia in Riva Gulli lo scorso 11 luglio), né lo jugoslavista che uccise Giovanni Nini in Piazza Unità, né quello che ha lanciato la bomba che ha ucciso Luigi Casciana né, tanto meno, colui o coloro che hanno provocato l’incendio. È anche falsa la dichiarazione della TV slovena, secondo la quale la polizia italiana avrebbe rimosso la nostra corona. Vero è che, in ossequio al cerimoniale del Presidente della Repubblica italiana ed in accordo con il Prefetto ed il Questore di Trieste, ho disposto – ed ero presente personalmente – la rimozione della nostra corona – come si è fatto in analoghe occasioni nelle cerimonie alle Foibe – perché al momento della deposizione di una corona da parte del nostro Presidente della Repubblica non possono essere presenti altre corone. Sono stato personalmente presente quando la nostra corona è stata ricollocata dai nostri giovani sull’ex Hotel Balkan, dopo la cerimonia dei tre Presidenti.

Nelle tre cerimonie commemorative dell’11 e del 13 luglio, ho sempre ribadito con chiarezza che la responsabilità politica ricadeva sugli jugoslavisti ed ho anche più volte precisato che nel Regno dei Serbi Croati e Sloveni, poi trasformato in Regno di Jugoslavia, e nella Federativa Socialista Jugoslavia di Tito gli sloveni avevano un peso e quindi una responsabilità insignificante. Ho sperato che la Repubblica di Slovenia avrebbe colto quest’occasione per prendere le distanze e condannare gli atti del Regno di Jugoslavia e della Federativa Jugoslavia di Tito, come ha fatto da tempo la Repubblica di Croazia. L’Italia, da parte sua, ha denunciato da mezzo secolo le ritorsioni fasciste su Sloveni e Croati in Italia, che non hanno certo sanato la pulizia etnica in Dalmazia iniziata a danno degli Italiani dal 1920 in poi.

Vero è che dal Narodni Dom, ospitato in una parte dell’Hotel Balkan, sono stati sparati molti colpi d’arma da fuoco e gettate bombe a mano e che i pompieri non hanno potuto spegnere l’incendio dell’Hotel a causa di continue esplosioni di materiale bellico, presente nella sede dell’organizzazione “culturale” nominalmente slovena, allora guidata da ufficiali del nascente esercito serbo-croato-sloveno.

Trieste, 15 luglio 2010                                 

Il Presidente
On. Renzo de’Vidovich

 

 

A sinistra: la corona dei tre Presidenti della Repubblica d’Italia, Croazia e Slovenia con accanto una piccola corona degli sloveni di Trieste. A destra: la corona dei Dalmati italiani e della Lega Nazionale, ricollocata dopo l’omaggio dei Presidenti. Una vettura della polizia municipale sorveglia la regolarità della ricollocazione.

 

 

dalmats2

 

L’omaggio del Patriziato dalmatico, presente con i manti amaranto e lo stemma del Regno della Dalmazia, mentre viene eseguito l’Inno nazionale in ricordo del tenente Luigi Casciana e dopo l’intervento dell’on. Renzo de’Vidovich. È falsa la tesi della TV di Lubiana secondo la quale si sarebbe trattato di un “incidente fascista”. Le forze dell’ordine hanno provveduto a fermare il traffico per consentire il discorso del Presidente, l’esecuzione degli inni nazionali e degli esuli e la deposizione solenne della corona sull’ex Balkan, successivamente rimossa dagli organizzatori in ossequio al cerimoniale del Presidente della Repubblica italiana.

 

 

 

 

 

0 Condivisioni

Scopri i nostri Podcast

Scopri le storie dei grandi campioni Giuliano Dalmati e le relazioni politico-culturali tra l’Italia e gli Stati rivieraschi dell’Adriatico attraverso i nostri podcast.