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14set12 – «John Lennon con Tito? Mostra di cattivo gusto»

Cosa possono avere in comune John Lennon, Yoko Ono e il maresciallo Tito? Sono in molti a chiederselo a Muggia, sede della mostra su questo speciale terzetto che verrà inaugurata oggi alle 18.30 alla sala comunale d’arte “Giuseppe Negrisin” (e a seguire al museo “Ugo Carà” di via Roma). “Yoko Lennon Tito – un’azione concettuale” ha già destato qualche malumore. Tra il centrodestra, naturalmente. A scatola chiusa la mostra proposta dall’amministrazione Nesladek parrebbe un azzardo. Se non addirittura una provocazione.

 

«Proporre una mostra di questo squallore è di cattivo gusto nelle terre che soffrirono il dramma dell’esodo e l’odio etnico titino verso gli italiani nella barbarie delle foibe», ha stigmatizzato in queste ore il consigliere comunale del Pdl Daniele Mosetti. Eppure all’inaugurazione di oggi è annunciata la presenza di Piero Camber, esponente politico dello stesso partito di Mosetti. E tra i sostenitori dell’iniziativa del centrosinistra muggesana troviamo un ente tutt’altro che schierato a sinistra: la Regione. Qualcosa non torna? Forse.

 

Ma cosa potranno vedere da oggi i muggesani nei loro due amati musei? Alcuni bozzetti opera dello storico cantante-chitarrista John Lennon, delle grafiche prodotte dall’artista (e moglie di Lennon) Yoko Ono. E di Tito? Oltre ad alcune fotografie (amatoriali) ma molto apprezzate scattate dal maresciallo Josip Broz, padre fondatore della Jugoslavija, troveremo anche delle missive tra Tito e i due artisti. Oggetto: alcune… ghiande.

 

A svelare l’arcano è il vicesindaco nonché assessore alla Cultura di Muggia, Laura Marzi: «Esattamente 43 anni fa Tito, assieme ad altri 40 “grandi della Terra” ricevette da Yoko Ono e John Lennon due ghiande con lo scopo di piantare due alberi della pace, un gesto che ritengo molto importante e che ben testimonia la considerazione che i due avevano del politico jugoslavo». Leggenda vuole che tra i 40 grandi che ricevettero le due ghiande “gandhiane” vi fu un unico grande della Terra a piantarle davvero: il maresciallo Tito. «Le querce sono state scoperte recentemente a Belgrado, vicino alla sua ex residenza», aggiunge la Marzi. Un gesto che nel lontano 1969, dopo che gli anni bui della Seconda guerra mondiale erano lontani, la dice molto su questo personaggio tanto odiato e amato al tempo stesso.

 

La mostra, realizzata in collaborazione con l’Obalne Galerije di Pirano, il Muzej istorije Jugoslavije di Belgrado, la Galerija Bel Art di Novi Sad, il Centar za vizuelnu kulturu Zlatno oko di Novi Sad, nonché con il contributo del Ministero della Cultura della Repubblica della Slovenia, nasce con l’idea di provocare, sì, ma provocare una riflessione. «Tito era un fotografo amatoriale ma riconosciuto a livello ufficiale, tanto che alcuni suoi scatti sono contenuti al Museo di arte moderna di New York – prosegue Marzi – e poi ha avuto questo particolare legame con due pacifisti rinomati come Lennon e Yok Ono». Insomma una mostra che vuole trasmettere un messaggio di pace. Privo di polemiche. “War is over, if you want”.

 

Riccardo Tosques

“Il Piccolo” 14 settembre 2012

 

 

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