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14 lug – Toth: un’altra data importante nella storia di Trieste

E’ difficile valutare a caldo, con l’entusiasmo con cui il popolo triestino ha partecipato al Concerto diretto da Riccardo Muti in Piazza dell’Unità d’Italia, la portata effettiva dell’evento.

Piazza Unità è il simbolo dell’italianità triestina e giuliana. In quella folla c’erano centinaia, forse migliaia di esuli istriani, dalmati e fiumani, i figli della Diaspora del Novecento, oggi cittadini di Trieste.

Difficile contarli. Sono come le tessere di un mosaico, il dono che la città di Ravenna – custode delle spoglie di Dante – ha fatto a Trieste, in nome dell’antica Koiné dei tempi in cui tutto l’Adriatico era una cosa sola da Ravenna a Venezia, ad Aquileia a Parenzo, a Pola, a Salona e Spalato. Sul mosaico sono rappresentate tre onde: tre nazioni che si affacciano sul nostro mare. E’ ora che ne prendano coscienza tutti, anche chi viene dalle valli delle Alpi: una coscienza profonda che superi gli avvenimenti tragici del Novecento.

Non credo infatti che l’evento di ieri sia una pietra sul passato, come ritiene chi non vede oltre la punta del Golfo.

Al contrario è una finestra aperta sulla grande storia delle nostre terre, fatta di ideali e di eroismi portati all’estremo, con quella consequenzialità delle genti forti e fiere di se stesse e del proprio passato.

“AI 350.000 ESULI  ISTRIANI  FIUMANI  E  DALMATI” è l’omaggio davanti al quale si sono inchinati  Napolitano, Josipović e Türk.

E’ la prima volta che succede. E’ un nuovo ciclo che si apre nella storia dell’Adriatico. Dipenderà da tutti saperne trarre profitto sul piano politico concreto.

Le battaglie di retroguardia sono proprie di chi fissa la poppa e non guarda la prua della nave, trascinando l’ancora sui fondali. Trieste vuole avere il vento nelle vele e la prua verso l’avvenire.

Lucio Toth, Presidente nazionale ANVGD

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