In un’intervista rilasciata al quotidiano “Vecernji List” di Zagabria il noto teologo e docente universitario Adalbert Rebic di Zagabria sostiene che nella vicenda relativa alla tenuta di Daila, a tramare nell’ ombra sarebbe nientemeno che il cardinale Tarcisio Bertone, mosso da appetiti di ordine economico e probabilmente sostenuto forse a sua insaputa, dall’«irredentismo italiano».
«Mi dispiace – spiega Rebic – che la vicenda sia andata così lontano e che qualcuno vi abbia coinvolto suo malgrado il Santo Padre. Non è sicuramente missione del Papa dice ancora, distribuire denaro e definire il confine tra le terre per cui è all’opera qualche associazione che vorrebbe mettere illegalmente le mani sul denaro e sulla ricchezza. A proposito ricordiamo che il valore dei 500 ettari della tenuta viene stimato sui 100 milioni di euro, Rebic invece parla di 90 milioni.
Il teologo ha rilasciato l’intervista all’indomani della visita in Vaticano del premier croato Zoran Milanovic che, a suo modo di vedere, non si sarebbe preparato a dovere sulla complicata questione. «Non posso condividere l’opinione di Milanovic – dice Rebic – quando afferma che su Daila il Vaticano ha ragione. Ciò vuol dire aggiunge, che sostiene la famosa proposta formulata dalla Commissione cardinalizia costituita ad hoc secondo la quale la Croazia dovrebbe accettare la suddivisione di Daila con i Frati Benedettini nella misura del 50% a testa. Sulla vertenza può decidere unicamente il tribunale – prosegue il teologo – e non la Santa Sede come neppure la Commissione cardinalizia. Un problema di tale portata – afferma ancora – non può venir risolto nello spirito della tradizionale amicizia tra il Vaticano e la Repubblica di Croazia come va dicendo Milanovic».
A proposito dei Benedettini di Praglia (che secondo il teologo vivrebbero nel convento più ricco d’Italia) Rebic sostiene che non hanno assolutamente alcun diritto sulla tenuta di Daila, dalla quale vennero cacciati nel 1948. Per la perdita dell’immobile, aggiunge, hanno intascato il risarcimento di 1,7 miliardi di lire nel quadro degli Accordi di Osimo, e quindi non avrebbero più cosa cercare. «Però in essi – così ancora Rebic – si è scatenata l’ingordigia biblica dalla quale Gesù ci raccomanda di stare lontano». «Infine – afferma – il contenzioso può venir risolto solo se lo stato rispetterà le leggi, tenendo conto dei seguenti inconfutabili dati storici: Daila è territorio croato, gli Accordi di Osimo e i Frati Benedettini già indennizzati». Invita quindi la Diocesi di Parenzo-Pola e i monaci italiani a guardarsi negli occhi e a rispettare la legge dell’amore di Gesù. Infine invita l’abate dei Benedettini di Praglia a leggere ogni giorno la Parabola del debitore spietato (Mt 18,23-35), «invece di occuparsi di transazioni in denaro e ricatti bancari».
(fonte “Il Piccolo” 12 novembre 2012)
Il premier croato Milanovic con Papa Benedetto XVI nel corso del recente incontro in Vaticano (foto www.b92.net)