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13lug12 – Tav, il Nordest tira dritto: ”Noi andiamo avanti”

«Noi andiamo avanti, perché la Tav è un’opera di modernizzazione fondamentale per lo sviluppo del Nordest, e perché i corridoi paneuropei rappresentano un tema chiave delle politiche comunitarie. Certo, se la Francia dovesse fare marcia indietro, significherebbe troncare incredibilmente un progetto già avviato, mettendo a rischio i risultati e gli effetti dell’intera infrastruttura». Bortolo Mainardi, commissario della Tav Venezia-Trieste, si dice “allibito” di fronte alla “bomba” scoppiata ieri a Parigi che, se confermata, avrebbe effetti imponenti anche in casa nostra, nel quadro dell’ex Corridoio quinto, oggi numero tre. Per il momento conferme non ci sono.

 

Quel che è certo è che il governo Hollande sta facendo i conti con risorse ormai sottilissime e con un calo costante del traffico merci nella tratta in questione. Che la Francia decida di passare la mano sull’opera o che riveda piuttosto alcune scelte in chiave risparmio, spezzettando la realizzazione dell’infrastruttura in più fasi (il cosiddetto “fasaggio”) è ancora tutto da capire. La sola notizia che Parigi sta mettendo in discussione alcuni grandi cantieri, scatena però reazioni a pioggia. «I corridoi sono opere che l’Ue considera strategiche sia per motivi economici sia per ridurre il trasporto merci su gomma e i conseguenti impatti ambientali. Opere frutto di accordi internazionali dai quali non ci si può defilare da un giorno all’altro – prosegue Mainardi -. Credo sia più probabile che si vada verso una riconsiderazione di singole parti dell’opera, scelta normale per contenere i costi».

 

Sulla stessa linea l’europarlamentare del Pd Debora Serracchiani che, dalla sua postazione europea in Commissione trasporti, definisce “improbabile” un ripensamento della Francia, tirando in ballo a sua volta il cosiddetto “fasaggio”. «Come abbiamo fatto noi in Italia con l’Osservatorio – spiega -, anche Parigi sta probabilmente rivedendo alcuni aspetti della Tav, non più in linea con le attuali disponibilità finanziarie. Penso che la chiave di lettura giusta sia questa, anche perché stiamo parlando di un’opera che fa parte del Corridoio tre, riconfermato come prioritario dall’Ue.

 

I singoli Stati membri hanno il diritto di riconsiderare le scelte strategiche, ma ricordo che in ballo ci sono accordi internazionali e impegni finanziari tra Italia e Francia che avrebbero evidenti conseguenze. Certo, se Parigi rinunciasse alla realizzazione della Tav, proseguire gli scavi in Italia risulterebbe inutile». E in casa nostra? Le grandi opere riusciranno a reggere la crisi? «Noi riteniamo strategica un’opera come la terza corsia della A4 – conclude -. Le nostre perplessità riguardano la gestione del piano finanziario, ma l’opera in sé non è in discussione».

  

Elisa Coloni

“Il Piccolo” 13 luglio 2012

 

 

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