Per il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, la Giornata del Ricordo rappresenta un grande segno di vicinanza nei confronti di chi ha sofferto, vittime e familiari, e il riconoscimento storico di una tragedia troppo a lungo tenuta sotto silenzio, ma è anche un'occasione per proiettarsi verso il futuro. Tondo, interpellato a margine della cerimonia alla Foiba di Basovizza (Trieste), dove si è svolta la manifestazione ufficiale della Giornata del Ricordo, ha ricordato come ''alla metà di un secolo che ha sconvolto la vita di queste terre, qual è stato quello appena trascorso, la storia ci ha consegnato la tragedia delle foibe e la disperazione dell'esodo dall'Istria, da Fiume e dalla Dalmazia''. ''Per qualche decennio molti, soprattutto i potenti, tennero gli occhi chiusi pensando di poter lasciare nell'oblio quelle ferite che avevano profondamente segnato la vita di centinaia di migliaia di nostri connazionali''.
Tuttavia ''la coscienza di un popolo non dimentica ed oggi, Giornata del Ricordo ufficialmente riconosciuta dallo Stato, siamo a riflettere in uno dei luoghi simbolo dove la memoria si incrocia con le pietre e le cavità, mute testimoni di tanta barbarie''. Il presidente ha quindi rivolto un invito ai rappresentanti delle istituzioni e ai cittadini a ''meditare nel ricordo di quelle sofferenze, ad osservare il monumento eretto a Basovizza, quel braccio proteso che sorregge una croce, quasi un grido di dolore che sale al cielo e contemporaneamente dice al mondo: fermate ovunque simili tragedie''.
Per Renzo Tondo, che si è richiamato all'esortazione a costruire un futuro fondato sui principi di libertà e democrazia rivolto nel discorso ufficiale dal sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, ''il ricordo sarebbe sterile se non generasse in noi, cittadini e rappresentanti delle istituzioni, la ferma volontà di realizzare quel sogno di un mondo migliore che è stato il seme della nuova Europa dei popoli: un ideale che nel secondo dopoguerra ha dato prospettiva e speranza alla ricostruzione dell'Italia e del vecchio continente''. ''Quell'ideale ha fatto molta strada, ha visto cadere molte contrapposizioni e passare regimi dittatoriali; ha visto cadere confini fisici, ma non ha ancora raggiunto la sua maturità''. Per cui ''non lasciamo senza speranza il sacrificio di chi qui ha trovato la morte''. E poiché ''la speranza è nelle nostre mani, cittadini e istituzioni di oggi, se da un lato qui siamo chiamati ad onorare chi è stato schiacciato dalle tragedie del passato, dobbiamo continuare ad impegnarci ad agire per una società più giusta, per un'Europa senza confini, operosa nella solidarietà, nel lavoro e nella pace''.
(fonte Regione Friuli Venezia Giulia)