Si è svolta questa mattina al Palazzo del Quirinale, alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, la cerimonia di commemorazione del Giorno del Ricordo.
Erano presenti il Presidente della Camera dei Deputati, on. Gianfranco Fini, il Presidente della Corte Costituzionale, dott. Francesco Amirante, il Vice Presidente del Senato della Repubblica, sen. Domenico Nania, in rappresentanza del Governo il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dott. Gianni Letta, il Ministro dell'Interno, on. Roberto Maroni, il Ministro della Difesa, on. Ignazio La Russa, il Presidente dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, on. Lucio Toth, il Presidente della Commissione incaricata dell'esame delle domande per la concessione di un riconoscimento ai congiunti degli infoibati, gen. Adriano Santini, rappresentanti del Governo e del Parlamento e i familiari delle vittime delle Foibe.
Precedentemente il Sottosegretario Letta ha consegnato i diplomi e le medaglie commemorative del Giorno del Ricordo ai congiunti degli infoibati.
Nel corso della cerimonia sono interventi il Sottosegretario Letta e il prof. Giuseppe De Vergottini.
Il Presidente Napolitano ha quindi rivolto un indirizzo di saluto ai presenti.
Ha fatto seguito il concerto per viola e pianoforte "Caleidoscopio Liburnico", omaggio musicale a Fiume, all'Istria e alla Dalmazia con l'esecuzione di Francesco Squarcia.
Giorgio Napolitano ha espresso oltre alla vicinanza e alla solidarietà ai familiari delle vittime anche l'impegno contro "l'oblio e forme di rimozione diplomatica che hanno pesato nel passato e causato pesanti sofferenze agli esuli e ai loro familiari". Il presidente della Repubblica ha espresso anche impegno "per la soluzione dei problemi ancora aperti nel rapporto con le nuove istituzioni e autorità slovene e croate".
La storia degli italiani in Istria, con l'orrore delle foibe e l'esodo forzato rappresenta "un capitolo originale e specifico della cultura e della storia non solo italiana ma europea" che deve essere pienamente accolto anche da Slovenia e Croazia, ha auspicato Napolitano. Quella che è stata l'esperienza storica, civile, politica degli italiani della costa orientale dell'Adriatico costituisce un patrimonio comune dell'Europa e Napolitano condivide "l'esigenza che questo capotolo non sia semplicemente riconosciuto ma acquisito come patrimonio comune nelle nuove Slovenia e Croazia che con l'Italia si incontrano oggi nella Ue". L'Unione Europea è infatti, conclude il presidente, "portatrice di rispetto delle diversità e di spirito della convivenza tra etnie, culture e lingue già secondamente convissute nel passato". Sono concetti che Napolitano ribadisce aver sempre espresso fin dall'inizio del suo settennato sul Colle "per quanto spiacevoli e ingiustificate abbiano potuto essere le reazioni fuori dall'Italia, alle mie parole pur rispettose di tutti". Il riferimento implicito è alle polemiche che sono intercorse in passato, in particolare con la presidenza croata.