Sulle facciate delle case 20 anni dopo ci sono ancora i buchi delle sventagliate di mitra. Gli edifici devastati dalla furia della guerra nell’ex Jugoslavia non sono ancora stati ristrutturati. E oggi, come sostiene il sindaco, per Hrvaška Kostajnica, poco più di 2mila anime, non c’è alcun futuro. Al punto che il primo cittadino, Tomoslav Paunovic, chiede, tra la provocazione e la rabbia, di «abolire la città, di cancellarla dalla carta geografica della Croazia». Una città senza futuro, come sembra, ma dal grande passato. Quest’anno celebrerà il 772mo anno di fondazione e può vantare tra i suoi cittadini illustri Svetozar Borojevic, von Bojna, feldmaresciallo austro-ungarico, comandante del fronte dell’Isonzo nella Prima guerra mondiale, a capo delle truppe austriache che riuscirono a contenere l’assalto delle truppe italiane sul fronte del Carso. Consapevole della inferiorità numerica delle sue truppe rispetto a quelle dell’avversario (gli austriaci combattevano anche sul fronte russo), seppe preservarle mantenendo sempre una posizione difensiva e grazie alla superiorità di fuoco rispetto a quella italiana. Ebbene la “madre” di cotanto figlio rischia di morire di fame. Sì, perché il governo croato da due anni non trasferisce nemmeno una kuna alle casse del Comune che, in pratica, è già fallito economicamente.
«Ho scritto diciannove volte al governo croato – si sfoga il sindaco sulle righe del Novi List di Fiume – chiedendogli due milioni di kune (250mila euro) per coprire le spese di funzionamento della macchina amministrativa comunale, ma non ho ottenuto mai una risposta. Proprio non so perché il governo due anni fa abbia smesso di versarci il suo aiuto finanziario». La direttrice dell’asilo municipale non riceve lo stipendio da 11 mesi. E nella stessa situazione ci sono altri 10 dipendenti dell’asilo. Il Comune ha un debito per gli stipendi pari a 100mila euro (il bilancio non supera i 700mila) e non sa se mai potrà onorarlo. La squadra di calcio locale è già fallita da tempo e i pochi occupati nell’azienda tessile Pounje ricevono, quando lo ricevono, 300 euro al mese di salario. «Qui si moriva – dice il sindaco – quando nasceva la patria croata». La cittadina era sede di una krajina serba, ci furono scontri, morti, profughi. Ma a Zagabria ora nessuno più si ricorda di Kostajnica.
Mauro Manzin
“Il Piccolo” 8 novembre 2012
Hrvaška Kostajnica, i segni della guerra degli anni Novanta (foto www.destinacije.com)