ANVGD_cover-post-no-img

09 giu – Progetto legge Donadi: quali speranze?

Il Progetto di legge Donadi per l'indennizzo definitivo dei beni abbandonati dagli Esuli giuliano-dalmati, è giunto alla Commissione Bilancio della Camera dei Deputati. Il testo integrale è disponibile in un altra news del nostro sito.

Un'associazione -come la nostra- impegnata da decenni nel problema, conosce bene le pieghe della politica e della Pubblica Amministrazione nella quale spesso i nostri Esuli si dibattono, alla ricerca del giusto riconoscimento di quanto loro sottratto. E questa esperienza serve oggi per valutare quanto proposto dall'On. Donadi.

Partiamo dal fondo, ovvero da quell'art. 7 che, come copertura finanziaria, prevede un onere di 5 miliardi di euro a carico dello Stato per questa nuova legge. Nulla questio sul diritto degli Esuli a vedersi pagato, pur a decenni di distanza, il giusto indennizzo per quanto perduto. Pensare però che in tempi di crisi, con una manovra finanziaria difficilissima da 24 miliardi, lo Stato abbia sottomano 5 miliardi da destinare ai nostri indennizzi, è riduttivo definire ottimistico.

Altri quesiti giungono dall'art. 5, che recita come liquidare gli indennizzi: si parla di contanti, titoli di Stato o azioni. E se azioni dovessero essere -Dio ce ne scampi e liberi- si spera vivamente non si tratti di qualche titolo che ci si bruci in mano appena ricevuto…

Al comma 3 dello stesso articolo si mette finalmente mano alla tempistica delle erogazioni: un anno per pagare il primo scaglione (fino a 100.000 lire di valore al 1938), un anno per pagare il secondo (fino a 200.000 lire al 1938) e per gli altri un periodo "più ampio" in base alle "disponibilità ed esigenze di bilancio". Ora, qualcosa non deve aver funzionato nella redazione di questo passaggio, perché i conti non tornano: le domande del primo scaglione sono 9.407, ma come si fa a pagarle in un anno se con la legge precedente ce ne sono voluti sei? Chi le evade 40 pratiche al giorno al Ministero dell'Economia (sempre a corto di personale), con beneficiari da contattare, verificare, variare ed acquisire? E come mai nello stesso arco di tempo di un anno, verrebbero evase poi le 1.105 pratiche di secondo scaglione, ovvero 1/8 di quelle dell'anno prima? E qual'è il tempo "più ampio" per tutte le atre pratiche?

Nell'art. 1 troviamo invece che gli acconti già pagati saranno detratti dall'indennizzo definitivo, senza però essere rivalutati, ovvero 100.000 lire pagateci negli anni '60 verranno considerate come 50 euro. Magari! Finora è avvenuto l'esatto contrario!

L'art. 3 introduce gli interessi legali a carico dello Stato per il tardivo pagamento dell'indennizzo: un altro sogno inseguito dagli Esuli per decenni.

Un elogio questo Progetto di legge lo merita di certo: quello di aver messo sulla bilancia, punto per punto, i reali diritti dei nostri Esuli. Ma la bilancia di piatti ne ha due, per far arrivare in porto una legge; e dall'altra parte ci sembra di notare ci sia ben poco per riequilibrare il peso.

In tempi in cui solo il realismo riesce a portare il fieno in cascina, il consiglio è quello di confrontarsi con le Associazioni degli Esuli giuliano-dalmati per studiare un provvedimento che dia concrete possibilità di essere approvato in tempi stretti e non fra altri sessant'anni.

La Redazione del Sito

 

0 Condivisioni

Scopri i nostri Podcast

Scopri le storie dei grandi campioni Giuliano Dalmati e le relazioni politico-culturali tra l’Italia e gli Stati rivieraschi dell’Adriatico attraverso i nostri podcast.