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08 set – Indennizzi esuli: le reazioni all’intervista di Frattini

C’è chi le considera una dimostrazione di scarsa conoscenza della materia e chi, al contrario le legge come un segnale di grande preparazione e disponibilità al dialogo. Suscitano reazioni di tenore diverso le parole del ministro degli Esteri Franco Frattini che ha auspicato una «rivitalizzazione» della legge sugli indennizzi per i beni abbandonati.

«Frattini conosce perfettamente la vicenda dell’esodo anche perchè con lui abbiamo da tempo rapporti continui e proficui – commenta Renzo Codarin, presidente della Federazione degli esuli -. Il fatto che abbia parlato di rivitalizzazione della legge all’indomani dell’accordo chiuso con la Libia mi fa essere ottimista. Credo che il governo sia intenzionato a chiudere le vicende del passato e sia quindi pronto a pagare anche i debiti con il mondo degli esuli». Di avviso opposto il presidente dell’Unione degli istriani, Massimiliano Lacota. «Il ministro evidentemente non sa di cosa parla – osserva -. La legge c’è già, il problema è trovare i soldi e i meccanismi operativi che la facciano funzionare davvero. Finora dei 440 miliardi di vecchie lire messi sul piatto per gli esuli ne sono stati assegnati solo 30-35, perchè non c’era il personale sufficiente ad evadere le pratiche».

Sulla stessa linea Ettore Rosato. «Frattini è stato un po’ vago e forse non conosce appieno i fatti – commenta il deputato del Pd -. Non c’è bisogno di alcuna rivitalizzazione della legge. È sufficiente inserire nuove risorse economiche in Finanziaria. Dal governo ci si aspetta solo questo e non dell’altro fumo». «Quelle del ministro sono parole elusive – aggiunge Fulvio Camerini che, da senatore, ebbe un ruolo decisivo nell’approvazione della legge sugli indennizzi -. L’accostamento con la vicenda libica, peraltro, è fuori luogo. Un conto sono i danni subiti da chi ha abbandonato l’Italia a suo rischio e pericolo per raggiungere una colonia vista come terra di conquista. Un altro è il dramma vissuto da persone, cittadine italiane a tutti gli effetti, che dopo la guerra sono state costrette a lasciare le terre in cui erano nate. Per loro i governi di centrosinistra, tra il ’96 e il 2001, si sono dati davvero molto da fare, riuscendo, pur tra tanti problemi, a stanziare parecchi miliardi di vecchie lire. Cosa che il centrodestra – conclude Camerini – al contrario non ha fatto».

Qualche stoccata al ministro arriva anche dai colleghi di partito. «Il suo discorso mi sembra francamente un po’ generico – commenta Bruno Marini (Pdl)-. Di certo Frattini ha dato segnali di apertura ma, appunto, in maniera un po’ vaga. Spero che durante la sua visita a Trieste possa confrontarsi con gli esuli e scendere più sul concreto. In fin dei conti alla Libia abbiamo dato 5 miliardi di dollari mentre, da quanto ricordo, per chiudere la partita degli istriani ne basterebbe uno solo». «Il ministro ha affrontato per ora solo la questione degli indennizzi che riguarda i rapporti tra Italia ed esuli – conclude Piero Camber (Pdl)-. Con la Slovenia, però, dovrà discutere di un’altra, e più difficile, partita: la restituzione dei beni abbandonati. Non dimentichiamo che tutti i paesi ex comunisti, dalla Bulgaria alla Romania, hanno restituito ai legittimi proprietari i beni nazionalizzati. E non si capisce perchè la Slovenia e ancor più la Croazia non debbano fare lo stesso».

fonte "il Piccolo" (m.r.)

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