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07 lug – Quando ai profughi istriani rilevavano le impronte digitali

Comunicato stampa presidenza ANVGD

QUANDO AI PROFUGHI ISTRIANI FURONO RILEVATE LE IMPRONTE DIGITALI

Nel dopoguerra, quando più intenso era il flusso dell’esodo italiano dall’Istria, da Fiume e dalla Dalmazia e le baracche dei campi profughi rigurgitavano di famiglie ammucchiate, una circolare del Ministro dell’Interno Mario Scelba ordinò il rilevamento delle impronte digitali di tutti gli Esuli, che per conservare la cittadinanza italiana avevano abbandonato la terra natale.

Si temevano, da un lato, infiltrazioni di agenti segreti di Tito camuffati da profughi, e dall’altro la formazione di movimenti eversivi, che potevano strumentalizzare la rabbia e la sofferenza degli istriani.

Ci sottoponemmo a quella ordinanza di Scelba; vecchi, donne, ragazzi, vescovi e monache, per patriottismo e senso di disciplina, che costituiscono la nostra fierezza di cittadini obbedienti alle leggi della Patria.

Gli Esuli istriani sono i primi a contrastare ogni discriminazione su base etnica. Ma non si sollevino polemiche inutili su precauzioni che si possono rivelare necessarie.

Roma, 7 luglio 2008

On. Lucio Toth, Presidente nazionale ANVGD

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