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06 ago – Lacota e i numeri: soggetti incompatibili

Il caldo estivo, come ogni anno, solletica alcune elucubrazioni da parte di quei rappresentanti dell’associazionismo che ritengono la divisione tra gli Esuli essere il primo obiettivo da raggiungere (e ci sarebbe da capire il perché).

Non manca all’appello Massimiliano Lacota, presidente dell’Unione degli Istriani, che sulle pagine de “Il Piccolo” del 6 agosto tuona contro il nostro Presidente Toth e la “inesistente sua base associativa”. L’ignoranza va corretta, quindi possiamo informare il presidente Lacota che la “inesistente base associativa” del Presidente Toth conta al 31 dicembre scorso 7.511 iscritti in regola col versamento delle quote sociali, suddivisi in 40 Comitati provinciali che godono dell’apporto volontario di oltre 400 dirigenti locali.

Certo, sono dati “minimali” se raffrontati agli oltre 29mila associati vantati da Lacota. Appunto: vantati. Ma sono, quelli forniti dal presidente dell’UdI, dati reali? Se dal 2001 le 18 Famiglie che compongono l’UdI sono completamente indipendenti, con tanto di statuto autonomo, quali associati può vantare Lacota? E in realtà, proprio in virtù dell’autonomia delle Famiglie, lo stesso Lacota chi rappresenta? Sarebbe da chiarire andando a spulciare tra i vari statuti. Andate a cercarli: un premio a chi li trova.

E che dire poi di quelle Famiglie che non hanno un tesseramento, ma solo un elenco di indirizzi a cui mandare il relativo notiziario? Quanti di loro inviano effettivamente una quota sociale? Quali dati sono stati assemblati per mettere insieme un numero che appare oggettivamente sovradimensionato? E lo diciamo senza invidia, fieri dei nostri “pochi” soci.

Non è che per caso nel calderone ci siano anche i nominativi di chi non ha mai versato una quota, le copie omaggio dei giornali, i deceduti mai depennati e chi più ne ha, più ne metta?

E’ chiaro che con questo sistema anche noi potremmo “vantare” qualche decina di migliaia di aderenti. Sarebbe sufficiente inviare la nostra “Difesa Adriatica” a tutti gli indirizzi che abbiamo o fare la loro somma aritmetica.

La cartina di tornasole ci viene però fornita da un dato oggettivo sulle attività. Lo scorso Giorno del Ricordo l’ANVGD era ufficialmente presente alle celebrazioni in 252 località italiane, l’Unione degli Istriani (per quel che se ne sa) in 4 (quattro). Non è un numero che fa riflettere?

E poi, come mai di 29mila associati (ovviamente la gran parte a Trieste dato il radicamento delle Famiglie nel capoluogo giuliano) se ne vedono al massimo due o tre centinaia in occasione delle grandi adunate?

Non sarà mica che quei “grandi numeri” -ma facciamo solo un’ipotesi- servano per giustificare la propria personale visibilità? E sì, perché la visibilità sembra essere il secondo obiettivo del presidente Lacota (dopo quello della divisione fra gli Esuli): come possiamo altrimenti chiamarla un’attività incentrata sulle conferenze stampa, sulle deposizioni di corone, sulle di lui foto in ogni dove?

Una visibilità che produce tanti ammiratori, per la vecchia regola di stampo televisivo: “più ti si vede, più sarai famoso”. Ma risultati concreti? Nessuno. A parte qualche eccezione. L’Unione degli istriani ha dato grande risalto al suo presidente ricevuto a maggio nientedimeno che al Gabinetto della Presidenza croata per esporre le problematiche dei beni degli Esuli. Mai localizzazione poteva essere più azzeccata: il presidente croato in questi giorni ha dichiarato che la questione dei beni abbandonati è stata già chiusa dai vecchi Trattati. Davvero un gran bel risultato.

Auguri, quindi, presidente Lacota. E in quanto ai risultati che TUTTI gli Esuli NON ottengono, non se ne distacchi: ha anche lei -magari più di altri- la sua fetta di responsabilità. Le divisioni che coltiva producono esattamente gli stessi frutti che i nemici degli Esuli si aspettano.

La Redazione del Sito

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