News_Croazia

05lug12 – La Croazia entra nell’Ue con le casse vuote

Alla Croazia non tornano più i conti. Nei primi cinque mesi di quest’anno sono stai spesi 160 milioni di kune in più per le paghe dei pubblici dipendenti rispetto allo stesso periodo del 2011. Ma secondo i calcoli del ministro delle Finanze Slavko Lini„ la spesa avrebbe dovuto essere a oggi di 600 milioni di kune più bassa. Risultato? Per i 240mila dipendenti pubblici croati non ci saranno i soldi per pagare il mese di dicembre e tantomeno la tredicesima a Natale.

 

Uno scenario, dicono gli analisti, improponibile che il governo Milanovic non può permettersi. Ma l’attuale congiuntura internazionale, la situazione del Paese e l’equilibrio delle forze dimostra che l’esecutivo non ha molte opzioni disponibili: o deve immediatamente ridurre i salari, oppure deve aumentare il proprio deficit aprendo una nuova linea di crediti per coprire il “buco”. E il tutto a un anno esatto dall’adesione all’Unione Europea dove i conti, si sa, devono tornare. Eccome.

 

La Croazia ha cercato di mantenere il rating del credito dello Stato fino a marzo di quest’anno sulla base di una riduzione di 4 miliardi di kune (530 milioni di euro) della spesa pubblica, metà della quale si sarebbe dovuta ottenere con i tagli agli stipendi. La manovra varata dal governo prevede di mantenere le spese complessive a 118,8 miliardi di kune. Manovra fortemente criticata dagli economisti croati i quali hanno immediatamente messo sul chi vive il ministro delle Finanze Linic sostenendo che, conti alla mano, per attuare la manovra era indispensabile effettuare tagli pari a 2 milioni di kune da reperire con un’adeguata riforma del mercato del lavoro. Se ora si provvederà con una politica di tagli degli stipendi i dipendenti pubblici potrebbero, a fine anno, perdere una cifra pari a una mensilità.

 

Quindi siamo un po’ di fronte alla situazione del cane che si morde la coda. Le prospettive non sono chiare. Il ministro Linic sostiene che nella prossima manovra suppletiva non ci sarà alcun riequilibrio dei fondi destinati alle spese pubbliche in quanto il governo dovrà ripianare i costi relativi al settore della cantieristica navale. I sindacati sperano che il “buco” possa essere colmato dal positivo trend della congiuntura, ma gli economisti avvertono che la crescita del fatturato più elevata del previsto nei primi quattro mesi del 2012 è destinata ad arrestarsi come evidenziano già i primi dati di maggio. È previsto, invece, un forte calo dei consumi e un aumento della disoccupazione con un calo del gettito fiscale nelle casse dello Stato.

 

Il Ministero delle Finanze sostiene che l’aumento della spesa per gli stipendi del settore pubblico è dovuto al fatto che molti ministeri non hanno attuato alcuna “spending review”, anzi, soprattutto il Ministero della Sanità ha accresciuto in un anno il proprio organico con nuovi 3500 dipendenti. I dicasteri meno virtuosi sono, oltre a quello della Sanità, il Ministero dell’Istruzione e quello degli Interni. I ministri “sotto accusa” rimandano a loro volta la “palla” al governo reo, a loro detta, di non accelerare un accordo con le forze sindacali visto che sia l’istruzione che la sanità godono di un’ampio decentramento in base al quale gli organici vengono stabiliti in sede locale. Insomma se la testa pensa alla dieta lo stomaco continua a digerire proteine. Come nel settore della giustizia dove sono previsti tagli pari a 120 milioni di kune relativi alle paghe dei magistrati, ma dove il governo non è in grado di svolgere un controllo diretto sulle altre spese. E, ciliegina sulla torta, il Comune di Zagabria rischia addirittura la bancarotta vista l’enorme mole di debiti nei confronti dello Stato.

 

Mauro Manzin

“Il Piccolo” 5 luglio 2012

 

 

0 Condivisioni

Scopri i nostri Podcast

Scopri le storie dei grandi campioni Giuliano Dalmati e le relazioni politico-culturali tra l’Italia e gli Stati rivieraschi dell’Adriatico attraverso i nostri podcast.