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05 ott – Riccardo Muti è cittadino onorario di Trieste

La cittadinanza onoraria a Riccardo Muti, con buona pace del gruppo degli ex aennini, diventa realtà. La parola fine l’ha scritta ieri sera il Consiglio comunale di Trieste chiamato, dopo tanti mugugni e rinvii, a mettere definitivamente ai voti la proposta avanzata dal sindaco Dipiazza.

A favore del riconoscimento al Maestro – pensato come forma di gratitudine della città per l’evento di grande rilievo vissuto lo scorso luglio con il concerto ”Le Vie dell’amicizia” da lui creato e diretto -, si sono espressi 33 dei 38 consiglieri presenti in aula. La delibera ha incassato il sì convinto di tutta l’opposizione, degli eletti di Fi-Pdl, dell’Udc Sasco, dei quattro di Un’Altra Trieste, dei componenti del Gruppo misto, del Repubblicano Pacor e del capogruppo leghista Maurizio Ferrara. L’altro consigliere del Carroccio Giuseppe Portale, invece, ha scelto la strada dell’astensione, mostrando così di sentirsi vicino, più che alla linea del sindaco, alle posizioni critiche di An-Pdl. Gruppo, questo, che come ampiamente previsto e annunciato, ha negato il proprio sostegno alla cittadinanza onoraria. Coerentemente con le indicazioni della vigilia Antonio Lippolis, Andrea Della Valle, Vincenzo Rescigno e Bruno Rossetti hanno infatti ostacolato fino all’ultimo il riconoscimento a Riccardo Muti, esprimendo parere contrario.

Una mossa, ha motivato il capogruppo Lippolis durante la dichiarazioni di voto, dettata dalla impossibilità di assegnare, seppur implicitamente, il titolo di evento storico ad un appuntamento che ha visto tre presidenti della Repubblica snobbare le foibe e di conseguenza svilire i drammi del confine orientale.

A nulla sono serviti i richiami dell’alleato Piero Camber, il capogruppo di Fi-Pdl che, nel suo intervento, ha ricordato come in gioco ci fosse ”solo” il riconoscimento al Maestro e non eventuali giudizi su storia, conflitti e portata epocale della visita dei tre Capi di Stato. Loro, gli ex aennini, non ne hanno voluto sapere e, ancora convinti che quello del 13 luglio sia stato solo un grande ”evento mondano”, hanno votato no.

Posizioni stigmatizzate dal centrosinistra, compatto nell’appoggiare l’iniziativa del sindaco. Iniziativa però, ha rimarcato con forza il capogruppo del Pd Fabio Omero, viziata da ”un’evidente ipocrisia”: quella di aver opportunamente evitato, tanto nel testo della delibera quanto nella relativa illustrazione in aula. qualsiasi riferimento alla visita dei presidenti di Italia, Slovenia e Croazia. Una smaccata volontà di sacrificare il giudizio storico nel tentativo, peraltro palesemente fallito, di tenere unita la sua sempre più sfilacciata maggioranza.

Una stoccata a Roberto Dipiazza è arrivata anche dal Cittadino Roberto Decarli, secondo il quale il sindaco non avrebbe nemmeno dovuto chiedere il voto sul conferimento dell’onorificenza, vista la capacità dimostrata, almeno in questo caso, di saper correttamente interpretare il pensiero e la volontà di Trieste e i triestini. La contrarietà dei quattro di An-Pdl infine, secondo De Carli, appare anacronistica e superata: nel terzo millennio la scelta di appigliarsi ancora a presunti sgarbi per non riconoscere gli innegabili passi avanti fatti sul terreno della Storia, si commenta da sola.

(m.r. su Il Piccolo del 5 ottobre 2010 – foto Il Piccolo)

 

 

 

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