News_DDIset

03set12 – Dieta Democratica Istriana, primarie in vista

La Dieta democratica istriana sta attraversando il momento probabilmente più delicato della sua storia. Oltre a dover subire le imposizioni del partner politico di maggioranza, i socialdemocratici, per i quali l’Istria sta diventando sempre più terra da conquistare e sfruttare, risente degli scossoni interni causati dalla disobbedienza dell’eterno numero due Damir Kajin. Questi non accetta il ruolo di osservatore passivo che il leader Ivan Jakovcic vuole assegnargli nel passaggio dei poteri ai nuovi timonieri del partito e dell’Istria. Jakovcic lo ricordiamo, ha confermato di ritirarsi dalla politica per dedicarsi al business e avrebbe già designato a successore il sindaco di Pola Boris Miletic. Kajin però non ci sta, a costo di restituire la tessera e mettersi in corsa come indipendente alla conquista della poltrona di presidente della regione.

 

Così è nata l’idea di indire elezioni interne o primarie, accettata da entrambe le parti. Kajin sa di partire con un grosso handicap: se tra i cittadini è il personaggio politico più popolare in Istria, altrettanto non si può dire per quel che riguarda i tesserati della DDI, abituati finora a danzare secondo la musica di Jakovcic. Accetto questa sfida dice Kajin, che per la prima volta mi darà modo di esprimere le mie idee ai compagni di partito. Voglio combattere spiega,per mettere gli istriani in condizioni di diventare soggetto e non oggetto del loro destino e per risollevare le sorti della DDI che in vent’anni ha perso il potere in oltre la metà dei 41 comuni e città della regione. Finora, aggiunge Kajin, Jakovcic ha governato la regione come fosse un’azienda i cui occupati sono costretti all’ obbedienza. Bisogna invece governare, spiega, nella massima considerazione dei cittadini.

 

Le modalità delle elezioni primarie con scadenze e date devono venir definite dalle strutture dirigenziali della DDI. Ricordiamo che le elezioni locali si terranno la primavera prossima. Intanto, come detto, il partito regionalista istriano difficilmente otterrà da Zagabria luce verde per l’agognato referendum sulla contestata centrale a carbone Fianona 3. Il premier e leader socialdemocratico Zoran Milanovic e soprattutto il vicepremier Radimir Cacic non vogliono sentir ragioni: a Fianona si continuerà a bruciare carbone costi quel che costi. E se ne fanno un baffo del piano di sviluppo territoriale dell’ Istria, che mette il carbone al bando, calpestando anche il parere degli esperti secondo cui Fianona 3 a carbone verrà a costare sul miliardo di euro, oltre il doppio di una centrale a gas come vorrebbero gli istriani.

 

(fonte “Il Piccolo” 2 settembre 2012)

 

 

0 Condivisioni

Scopri i nostri Podcast

Scopri le storie dei grandi campioni Giuliano Dalmati e le relazioni politico-culturali tra l’Italia e gli Stati rivieraschi dell’Adriatico attraverso i nostri podcast.