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03ott/17.11 – Toth all’Unione Istriani: tradite la causa dell’italianità

Scatena reazioni forti e fortemente negative l’intervento di Massimiliano Lacota, presidente dell’Unione degli istriani, che nega sia avvenuto alcun riavvicinamento tra esuli e «rimasti» e accusa l’Unione italiana di essere stata la vera persecutrice degli italiani in fuga. «Non si comprende con quale diritto Lacota pronunci un ultimatum a nome delle associazioni degli esuli, quando ne rappresenta una minoranza dissidente rispetto alle altre cinque associazioni della Federazione che le unisce». Lo affermano in una nota congiunta il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Carlo Giovanardi, il vicepresidente della Federesuli, Lucio Toth, e il rappresentante del Lazio, Pier Ernesto Irmici, al termine di un incontro a Rovigno proprio con l’Unione italiana, così pesantemente attaccata. «Le accuse di Lacota all’Unione italiana – prosegue la nota – sono prive di senso logico, è ormai storicamente accertato che le stragi degli italiani facevano parte di un disegno di pulizia etnica voluto dai comandi comunisti jugoslavi, della quale furono vittime anche i partigiani italiani che vi si opponevano. Sprofondare con accuse illogiche nel baratro di un passato doloroso e sanguinoso per tutti i giuliano-dalmati significa tradire la causa dell’italianità adriatica, che oggi si difende con un abbraccio fraterno tra esuli e rimasti. Chi vi si oppone con tanta pervicacia ha solo l’obiettivo di distruggere l’ultima presenza italiana in Istria, nel Quarnaro e in Dalmazia».

 

Aggiunge ancora Toth, indignato: «Chi si sente crollare la terra sotto i piedi perde la testa». Si appella alla ritrovata fraternità invece Maurizio Tremul, presidente dell’Unione italiana (Ui), che si richiama all’incontro dei presidenti a Pola, e «condanna con sdegno simili infamanti e infondate dichiarazioni». «Nemmeno nell’epoca della più cruda oppressione del regime comunista jugoslavo – sono le parole che Tremul affida a un comunicato – siamo mai stati oggetto di accuse così pesanti, storicamente false, moralmente orripilanti, profondamente ingiuste e strumentali. Proprio a noi che abbiamo segnato una discontinuità forte e chiara con il passato».

 

Fonte “Il Piccolo”

 3 ottobre 2011

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