Constatato il “bailamme” scaturito a seguito dell’articolo di Paolo Rumiz sui Triestini che hanno combattuto nella Grande Guerra e che sono stati alquanto dimenticati, m’è venuta la voglia di raccontare la piccola ma curiosa storia di mio nonno. Chissà, forse lo renderò felice se, almeno per un momento, qualcuno si ricorderà di lui nella sua città. Lorenzo Godina, triestino, anzi, servolano DOC. Questa è la sua foto in “montura” da soldato. Anche lui, come tanti, ad un certo punto dovette indossare la divisa e partire. Destinazione: i monti sopra Bohinj. Non vi dico della felicità di mia nonna rimasta a casa con sette creature! La faccio breve, come breve, purtroppo, è stata la sua avventura in guerra. Morì al fronte, e così lo seppellirono a Lubiana (Laibach, a quei tempi) in un cimitero militare con tanti, tanti altri soldati del litorale.
Sappiamo bene come la Storia cambiò, dopo, situazioni e confini da queste parti; ma quel piccolo cimitero rimase sempre lì, in un terreno recintato all’interno del grande camposanto di Lubiana, con le sue piccole croci bianche ed i nomi ormai sbiaditi. Sono andato a trovarlo più volte, come si usa, ai primi di novembre quando viene fatta anche una bella cerimonia a ricordo di questi soldati morti per la Patria. Indovinate un po’ chi viene a far loro festa. Sì, avete visto giusto: è il Console italiano a Lubiana, con una corona d’alloro ed i nastri tricolori. Quel cimitero, infatti, è ufficialmente accreditato come cimitero di guerra italiano ed il Console adempie ogni anno al suo dovere. In conclusione, a parte tutto, io sono contento e sono sicuro che mio nonno Lorenzo dall’alto ci guarda, sorride e pensa: «Chissà se anche a Trieste, una buona volta, saranno capaci di fare ciò che da lunghissimo tempo viene fatto a Lubiana».
Giorgio Godina
“Il Piccolo” 2 ottobre 2012
Un’inquadratura del camposanto militare italiano di Lubiana (foto www.destinacije.com)
