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03ott12 – I genocidi nascosti da Belgrado e Pristina

Un’approfondita analisi comparativa dei libri di storia scolastici in Kosovo, Albania e Serbia è stata compiuta dal ricercatore Shkelzen Gashi per l’ong “Associazione kosovara per i diritti umani e dei bambini”. Nel rapporto, pubblicato quest’anno, sono state messe a confronto le diverse “versioni della storia” del Kosovo dal 1912 al 2000. Alcuni passi significativi dell’analisi, relativi al Kosovo tra il ’98 e il ’99, spiegano che «nei manuali in Kosovo e Serbia una posizione centrale viene riservata ai soli crimini “dell’altra parte”». I libri stampati a Belgrado «forniscono solo dati sui crimini compiuti dall’Uck dopo il conflitto armato e l’ingresso della Nato in Kosovo, ma non durante».

 

Inoltre «non menzionano un singolo albanese ucciso dalle forze serbe/jugoslave durante il conflitto». Lo stesso pattern, per le vittime serbe, viene seguito dai manuali albanesi e kosovari. Sui libri serbi, «non si registrano le deportazioni degli albanesi durante la guerra», oltre 800mila secondo l’Unhcr, mentre quelli albanesi parlano genericamente di «più di un milione» di espulsi. Sintomatico anche il fatto che i libri pubblicati in Kosovo ricordino «solo i crimini dei serbi contro gli albanesi nel 1912, nel 1918-19, nel periodo tra le due guerre mondiali, nel 1945, nel dopoguerra e nel conflitto del 1998-99».

 

Crimini descritti come «sanguinosi atti terroristici», «violenza nazionalistica», «genocidio contro gli albanesi», «scene orribili di squadroni barbari». Il tutto, senza quantificare gli atti criminali e senza sostanziare il «termine genocidio». Scena speculare sui manuali serbi, che parlano – per i fatti del 1915, 1941-1943, 1999-2000 -, di «attacchi di bande locali di albanesi» e di «terrorismo albanese contro i serbi». Mai menzionati gli aspetti costruttivi, «gli incontri, gli accordi e la collaborazione politica e militare tra albanesi e serbi». Molto più corretti, in confronto, i libri in uso invece in Albania, che riferiscono sì solo dei crimini serbi, ma con un linguaggio almeno più moderato.

 

(fonte “Il Piccolo” 2 ottobre 2012)

 

 

 

Kosovo anni Novanta (foto www.en.rian.ru)

 

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