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02lug12 – La Slovenia non ha danaro per risarcire i “cancellati”

Signori, non ci sono i soldi. Questo il laconico annuncio del ministro dell’Economia sloveno, Radovan Žerjav al termine della riunione del governo e relativamente al pagamento degli indennizzi ai cosiddetti “cancellati” sancito dalla Corte europea per i diritti dell’uomo. E che non ci siano i soldi lo ha confermato anche il premier Janez Janša.

 

Ricordiamo che i “cancellati” sono coloro i quali non hanno ottemperato ai termini temporali della legge per la cittadinanza varata dalla Slovenia al momento della sua proclamazione di indipendenza. Così sono stati eliminati dalle liste anagrafiche e amministrative. Martedì la sentenza della Corte che ha condannato il comportamento di Lubiana imponendole altresì di risarcire con 20mila euro sei degli otto proponenti il ricorso a Strasburgo e di emanare dei criteri normativi e amministrativi per risarcire anche gli altri 25.600 “cancellati”. Se moltiplichiamo il risarcimento di 20mila euro per il numero dei “cancellati”, ha detto il ministro, raggiungiamo cifre esorbitanti che il governo visto il bilancio attuale non può erogare. Non possiamo infrangere, ha altresì precisato, la politica di rigore nei conti che abbiamo appena varato. «Il governo si trova di fronte a un compito molto difficile, ma come risolvere la questione, in questo momento, francamente resta un mistero».

 

L’avvocato degli otto che si sono rivolti alla Corte di Strasburgo, Andrea Saccucci sostiene che non ci sono alternative. Se il governo sloveno dovesse essere inadempiente scatterebbero le cause singole il cui esito è scontato in partenza: obbligo di risarcimento, quindi, non vedo altri scenari. «I soldi per i sei dei miei assistiti saranno trovati, ne sono certo – ha aggiunto il legale – per gli altri ci siederemo attorno a un tavolo e troveremo i criteri e le modalità per soddisfare la sentenza della Corte, del resto abbiamo davanti a noi un anno di tempo, modalità che saranno sicuramente soddisfacenti per le parti lese».

 

I giuristi sloveni non hanno dubbi: lo Stato dovrà risarcire tutti i “cancellati”. Lo ribadisce il professor Rajko Pirnat il quale precisa che la Slovenia deve “ubbidire” alle sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo in quanto firmataria della Convenzione europea in materia. «È chiaro che il governo dovrà emanare una legge e un regolamento attuativo della stessa per risarcire i “cancellati” – spiega la professoressa Dragica Wedam Lukic- ma attenzione, se questi non soddisferanno le parti lese avremo un altro ricorso alla Corte». Più tagliente il giudizio sulla vicenda del giudice Matjaž Zupancic il quale ha affermato che con la sentenza di Strasburgo finalmente giustizia è fatta. Del resto la Corte costituzionale slovena ha per ben due volte sancito l’illegalità della cancellazione, ma i politici hanno voluto agire diversamente. E adesso, conclude, il conto lo pagheranno i cittadini sloveni».

 

Mauro Manzin

“Il Piccolo 29 giugno 2012

 

 

 

Strasburgo, la sede della Corte europea di Giustizia (foto www.dirittiregionali.org)

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